di Aniello Fasano
Per la prima volta le forze ucraine hanno lanciato missili a lunga gittata, i missili balistici ATACMS forniti dagli Stati Uniti, sul territorio russo. Questo attacco rappresenta un punto di svolta a mille giorni di guerra, colpendo direttamente la Russia, la regione di Bryansk, a soli 130 chilometri dal confine ucraino.
L’uso degli ATACMS segna una nuova fase nel conflitto, con Kiev che ha ricevuto il via libera da Washington per utilizzare questi missili a lungo raggio contro obiettivi militari russi. Le forze ucraine hanno dichiarato che l’attacco ha avuto successo, centrando il bersaglio con precisione. La Russia sostiene, invece, che cinque dei sei missili sono stati abbattuti dai propri sistemi di difesa aerea, mentre solo uno ha danneggiato una struttura militare, provocando un incendio. Non si segnalano vittime o danni gravi. Mosca ha messo in evidenza l’importanza strategica di questo attacco, che potrebbe portare ad una escalation del conflitto.
Il lancio dei missili ATACMS è arrivato nel contesto di una crescente tensione internazionale, con la Russia che ha comunicato di aver aggiornato la propria dottrina nucleare. Il presidente Vladimir Putin ha approvato un decreto che amplia le circostanze in cui Mosca potrebbe ricorrere all’uso di armi nucleari, incluso il caso in cui il Paese venga minacciato da un attacco non nucleare ma sostenuto da potenze nucleari.
La situazione continua ad essere estremamente tesa, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha condannato i bombardamenti russi contro civili, come quello nella regione di Sumy che ha ucciso almeno 10 persone, tra cui un bambino. Questi attacchi sui civili, che colpiscono anche strutture educative, dimostrano la brutalità del conflitto e la sofferenza della popolazione ucraina, ormai da mille giorni sotto assedio.
Nel frattempo, la comunità internazionale continua a monitorare gli sviluppi, con la NATO che ribadisce la necessità di impedire che la Russia prevalga. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che “è necessario che Putin non prevalga perché in tal caso avremmo una Russia incoraggiata ai nostri confini, che avrà guadagnato in termini di territorio, di capacità militare. E sono assolutamente convinto che non si fermerà qui”. Per questo, è fondamentale continuare a fornire supporto finanziario e militare all’Ucraina.
L’Unione Europea, attraverso le parole della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha sottolineato il sostegno incondizionato all’Ucraina e ha ribadito l’impegno per un futuro dell’Ucraina all’interno della UE. Nel suo messaggio, von der Leyen ha esaltato i progressi dell’Ucraina non solo sul campo di battaglia, ma anche nelle riforme necessarie per l’adesione all’Unione Europea. La promessa di un’Europa unita con l’Ucraina come membro è un chiaro segnale di solidarietà e speranza per un futuro più pacifico, nonostante le gravi difficoltà attuali.
L’uso dei missili ATACMS è solo l’ultimo esempio di come la guerra in Ucraina stia evolvendo, portando con sé nuove sfide diplomatiche e un rischio crescente di escalation. La domanda che tutti si pongono ora è quanto lontano si spingeranno le forze ucraine e quanto Mosca sarà disposta ad andare per difendere la propria sovranità e le sue posizioni. Il futuro del conflitto, e forse anche della stabilità internazionale, dipenderà dalle mosse che seguiranno questo importante sviluppo.
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