Vladimir Putin punta su una delle sue armi più avanzate per puntellare la sua strategia e spaventare l’Occidente
di Massimiliano D’Elia
In meno di 24 ore Vladimir Putin è apparso due volte in televisione, segnando così un cambio di passo nella comunicazione del Cremlino. Giovedì sera, il presidente russo aveva parlato ai cittadini e ai militari per annunciare il successo di un “test” con il nuovo missile balistico ipersonico a raggio intermedio denominato Oreshnik (Nocciolo). Ma il giorno successivo, durante una seduta con i vertici del ministero della Difesa e gli sviluppatori dei sistemi missilistici, Putin ha rincarato la dose. In quell’occasione, ha chiarito che non si trattava di un semplice esperimento tecnico perchè, di fatto, il missile lanciato contro la città ucraina di Dnipro avrebbe rappresentato una minaccia reale per tutti i Paesi occidentali.
«Il sistema d’arma testato è un altro affidabile garante dell’integrità territoriale e della sovranità della Russia», ha dichiarato Putin, ordinando l’avvio della produzione di massa. «Non è una modernizzazione dei vecchi sistemi sovietici. Nessuno al mondo ha un’arma simile. È paragonabile in potenza alle armi strategiche e non esistono mezzi per contrastarlo o intercettarlo».
L’introduzione di un missile come l’Oreshnik aggiunge, pertanto, un ulteriore livello di complessità al conflitto ucraino. Con una portata che minaccia direttamente l’Europa e una velocità che, secondo la propaganda russa, renderebbe inefficaci i sistemi di difesa attuali occidentali. Con l’Oreshnik, la Russia ha alzato la posta nel gioco geopolitico, inviando un messaggio forte all’Occidente. Ma l’ambiguità di Putin – una combinazione di minacce esplicite e aperture implicite – suggerisce che una soluzione diplomatica resta ancora possibile. Ora spetta alla comunità internazionale rispondere in modo deciso, ma misurato, evitando che questa nuova dimostrazione di forza porti il mondo sull’orlo di una crisi irreversibile.
Il supermissile Oreshnik
Il missile Oreshnik è il simbolo della nuova strategia militare russa. Dotato di unità ipersoniche, questo sistema può raggiungere velocità che superano Mach 5 (oltre 6.000 km/h), rendendolo praticamente quasi impossibile da intercettare. La propaganda russa ha enfatizzato il carattere rivoluzionario dell’Oreshnik, sottolineando che è molto più avanzato dei vecchi sistemi sovietici e posizionandolo al centro della strategia di deterrenza del Cremlino. Secondo Sergej Karakaev, comandante delle forze missilistiche strategiche russe, l’Oreshnik può colpire bersagli multipli da obiettivi singoli a intere aree; superare difese avanzate: inclusi i sistemi di protezione più sofisticati in Europa e negli Stati Uniti; avere una portata continentale: con un raggio d’azione sufficiente a colpire tutta l’Europa in pochi minuti.
La difesa contro i missili ipersonici: l’Occidente si prepara alla sfida russa
Negli ultimi anni, i missili ipersonici sono diventati una delle maggiori sfide per la sicurezza globale, in particolare per gli Stati Uniti e i suoi alleati. La capacità di questi vettori di combinare velocità superiori a Mach 5, manovrabilità estrema e profili di volo bassi rappresenta un significativo vantaggio tattico, rendendo difficile la loro individuazione e intercettazione. Il Pentagono ha risposto con un piano innovativo, descritto nel documento “MDA Concept for Regional Hypersonic Missile Defense”, che propone una soluzione tecnologicamente avanzata per proteggere le forze occidentali da minacce come gli Hypersonic Glide Vehicles (HGV) e potenzialmente altre tipologie di missili ipersonici.
Il nuovo concetto di difesa si basa su un sistema a due dimensioni – spaziale e di superficie – integrato nei cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke equipaggiati con il sistema Aegis Combat System. Questo approccio, sebbene diverso dal sistema multilivello che protegge gli Stati Uniti dai missili balistici, sfrutta la combinazione di avanzati sensori satellitari e terrestri per individuare e tracciare minacce ipersoniche sin dalla fase di lancio.
Gli elementi chiave del sistema
Missili intercettori di nuova generazione:
SM-6 Standard: già operativo, è in grado di colpire bersagli ipersonici nella fase terminale della loro traiettoria.
Glide Phase Interceptor (GPI): è progettato per distruggere gli HGV nella fase di planata, il momento più critico del loro volo.
Una rete di sensori avanzati. I satelliti della costellazione Hypersonic and Ballistic Tracking Space Sensor (HBTSS) rilevano i lanci e seguono i missili durante tutte le fasi del volo, trasferendo i dati ai sistemi di controllo come la Ballistic Missile Defense Overhead Persistent Infrared Architecture (BOA) e la rete Command and Control, Battle Management and Communications (C2BMC). Le informazioni fornite dai sensori consentono ai cacciatorpediniere di effettuare intercettazioni “Engage on Remote” (EoR), usando dati esterni per dirigere gli intercettori verso il bersaglio, anche quando il missile è fuori dalla portata radar della nave.
L’esercitazione Unmanned Integrated Battle Problem 21, svoltasi al largo della California nel 2021, ha dimostrato l’efficacia di queste tecnologie. Durante l’operazione, un missile SM-6 è stato lanciato da un cacciatorpediniere utilizzando dati di tracciamento forniti da sensori remoti. L’intercettore ha colpito un bersaglio al di là del raggio visivo dei sensori di bordo, evidenziando il potenziale delle intercettazioni guidate da assetti spaziali e aerei.
La minaccia russa: Zircon, Kinzhal e Oreshnik
La Russia ha sviluppato una serie di missili ipersonici che rappresentano sfide uniche per i sistemi di difesa occidentali:
Zircon: missile da crociera ipersonico con capacità antinave, progettato per operare a bassa quota e ad altissima velocità, sfuggendo ai radar tradizionali.
Kinzhal: missile balistico lanciato da piattaforme aeree, come i caccia MiG-31, noto per la sua velocità ed elevata manovrabilità.
Oreshnik: uno sviluppo più recente, indicato come un missile ipersonico avanzato con capacità multiple, inclusa la possibilità di trasportare testate convenzionali o nucleari. L’Oreshnik è progettato per penetrare difese complesse grazie a manovre imprevedibili e velocità estrema.
Le differenze operative
A differenza degli HGV su cui si concentra il sistema occidentale, missili come lo Zircon e l’Oreshnik seguono profili di volo cruise, volando a bassa quota e sfruttando la curvatura terrestre per eludere i radar. Il Kinzhal, invece, combina le caratteristiche dei missili balistici e di quelli ipersonici, complicando ulteriormente l’intercettazione.
La strategia del Pentagono, in sintesi, rappresenta un significativo passo avanti nella difesa contro le minacce ipersoniche, in particolare gli HGV. Tuttavia, il sistema si basa su tecnologie ancora in sviluppo e potrebbe non essere altrettanto efficace contro missili ipersonici da crociera, come lo Zircon, o contro nuove minacce come l’Oreshnik. In uno scenario globale sempre più complesso, il successo di questa iniziativa dipenderà dall’implementazione tempestiva delle nuove tecnologie e dalla capacità di adattare i sistemi alle mutevoli minacce.
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