L’Ucraina rilancia sull’adesione alla Nato

Kiev spinge per un invito nell’Alleanza Atlantica e propone concessioni per un cessate il fuoco. Sul terreno, l’escalation militare riaccende i timori per la centrale di Zaporizhzhia e il coinvolgimento della Corea del Nord

L’Ucraina intensifica la pressione diplomatica per assicurarsi un invito nell’Alleanza Atlantica entro il 2025, con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco nella guerra con la Russia. In una lettera inviata dal ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, agli omologhi Nato, si chiede che il vertice dei ministri degli Esteri del 3-4 dicembre 2024 a Bruxelles sancisca un chiaro impegno verso l’adesione di Kiev. “L’invito non rappresenta un’escalation ma una dichiarazione dell’inevitabilità dell’ingresso ucraino”, si legge nella missiva, che sottolinea come tale mossa potrebbe smontare le giustificazioni della Russia per continuare il conflitto.

Il presidente Volodymyr Zelensky, da parte sua, ha avanzato l’idea di mettere immediatamente sotto l’ombrello Nato i territori attualmente controllati dall’Ucraina, rinviando la questione delle regioni occupate a un secondo momento, da affrontare con la diplomazia. Tuttavia, la proposta si scontra con l’opposizione del Cremlino e le divisioni all’interno dei 32 Paesi membri dell’Alleanza, dove manca il consenso necessario.

Mentre la diplomazia fatica a trovare appigli, sul terreno si registra un’intensificazione delle ostilità. La centrale nucleare di Zaporizhzhia, situata in territorio occupato dai russi, è tornata sull’orlo del blackout per la terza volta in un mese, alimentando timori per un potenziale disastro nucleare. L’impianto funziona attualmente grazie a una sola linea elettrica esterna, il cui danneggiamento comporterebbe un rischio immediato di contaminazione radioattiva. Le autorità ucraine attribuiscono questa situazione all’aumento dei raid russi, che nelle ultime settimane hanno preso di mira infrastrutture energetiche critiche.

Il ruolo della Corea del Nord e la risposta occidentale

Ad aggravare lo scenario è il coinvolgimento delle truppe nordcoreane nel conflitto, dispiegate in supporto alle forze russe, secondo denunce di Kiev, Washington e Seul. Sebbene Pyongyang non abbia mai confermato ufficialmente il dispiegamento, il leader Kim Jong-un ha ribadito il sostegno “incondizionato” alla Russia in un recente incontro con il ministro della Difesa russo Andrei Belousov.

Questa alleanza ha spinto gli Stati Uniti, seguiti da Francia e Regno Unito, a autorizzare l’uso di missili a lungo raggio ucraini per colpire obiettivi in territorio russo – area del Kursk. Tale decisione ha ulteriormente inasprito le tensioni, accrescendo il rischio di un ampliamento del conflitto.

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