Il caso New Jersey riaccende il dibattito: leggi obsolete e difese insufficienti contro una tecnologia in rapida diffusione
L’allarme sui droni negli Stati Uniti sta assumendo contorni simili alle isterie collettive del passato dopo che il New Jersey è stato travolto negli ultimi giorni da un’ondata di allarmismo a causa di droni di grandi dimensioni e di origine sconosciuta che avrebbero sorvolato lo stato. Le autorità locali chiedono interventi concreti, ma quelle federali sembrano perplesse. John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha dichiarato giovedì che “molti degli avvistamenti segnalati sono in realtà velivoli con equipaggio operati legalmente”. Nel frattempo, Sabrina Singh, portavoce del Pentagono, ha smentito le accuse avanzate dal deputato Jeff Van Drew (R-New Jersey) secondo cui i droni sarebbero lanciati da una presunta “nave madre” iraniana al largo della costa orientale degli Stati Uniti. Singh ha risposto che “non c’è alcuna nave iraniana al largo della costa americana, né una cosiddetta nave madre che lancia droni verso gli Stati Uniti”.
Giovedì, l’FBI e il Dipartimento della Sicurezza Interna hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale: “Non abbiamo prove al momento che gli avvistamenti di droni rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale o per la sicurezza pubblica, né che abbiano legami con entità straniere”. Tuttavia, la Federal Aviation Administration ha preso sul serio i droni avvistati in New Jersey, imponendo divieti temporanei di volo di droni su un campo da golf a Bedminster, proprietà di Donald Trump, e sopra l’Arsenale di Picatinny, una struttura di ricerca dell’esercito situata a circa 50 chilometri da New York.
Sebbene l’allarme droni in New Jersey appaia esagerato, esistono preoccupazioni reali per la sicurezza interna legate alla proliferazione di questi dispositivi. Negli Stati Uniti, più di 1,7 milioni di droni sono registrati per uso commerciale e ricreativo e non è difficile immaginare alcuni di essi impiegati per spionaggio o addirittura attacchi terroristici. Lo scorso novembre, l’FBI ha arrestato un presunto suprematista bianco accusato di aver pianificato un attacco contro una centrale elettrica nell’area di Nashville utilizzando un drone carico di esplosivo.
Durante una recente visita negli uffici della Dedrone, scrive il WP, un’azienda leader nella produzione di sistemi anti-drone situata in Virginia, è emerso che le intrusioni dei droni nello spazio aereo ristretto sono molto più comuni di quanto si pensi. Dedrone utilizza sensori in oltre 50 città americane in grado di rilevare i droni attraverso radiofrequenze, radar, sensori acustici e telecamere. Quest’anno, questi sensori hanno registrato oltre 1,1 milioni di violazioni, inclusi voli troppo vicini agli aeroporti o in zone vietate come la regione della capitale nazionale, oppure oltre i 120 metri di altezza, dove possono rappresentare un rischio per gli aerei con equipaggio. Intrusioni simili hanno già causato ritardi nei voli: nel 2019, l’aeroporto di Newark Liberty ha dovuto fermare temporaneamente le operazioni per un avvistamento di droni, così come l’aeroporto di Gatwick a Londra nel 2018.
Il problema principale è che, anche quando le autorità rilevano intrusioni di droni, hanno poche risorse legali o operative per affrontarle. Mary-Lou Smulders, responsabile marketing di Dedrone, ha spiegato che “le leggi sui droni sono antiquate” e che i droni “godono virtualmente delle stesse protezioni di un Boeing 747”. Dipartimenti come la Difesa, la Sicurezza Interna, l’FBI e l’Energia hanno la responsabilità di proteggere obiettivi sensibili, ma sono tutti estremamente limitati in autorità e risorse per intercettare minacce potenziali. Attualmente, le agenzie si concentrano sulla protezione di eventi di alto profilo, come il Super Bowl o l’inaugurazione presidenziale. Ad aprile, un uomo ha fatto volare un drone vicino al traguardo della maratona di Boston: le autorità sono riuscite a prendere il controllo del drone in volo e farlo atterrare. L’operatore è stato poi multato di 5.000 dollari e ha dovuto rinunciare al drone.
Tuttavia, mancano ancora sistemi di difesa simili per infrastrutture vitali come basi militari, aeroporti e centrali elettriche. Non si tratta di abbattere droni sparando a caso nel cielo, con il rischio di confondere un velivolo con equipaggio, ma di adottare approcci non cinetici come disturbatori di frequenza radio o cyber-armi capaci di prendere il controllo dei droni. Molti di questi sistemi vengono ampiamente utilizzati in Ucraina, dove aziende come Dedrone stanno contribuendo alla difesa del paese.
I poteri limitati della FAA per contrastare le minacce dei droni scadranno il 20 dicembre. L’amministrazione Biden sostiene un disegno di legge bipartisan al Congresso che autorizzerebbe la creazione di un programma pilota gestito dal Dipartimento della Sicurezza Interna in collaborazione con enti statali e locali. Tuttavia, il provvedimento è bloccato a causa di preoccupazioni relative alla privacy espresse sia dalla sinistra che dalla destra politica. Di fronte alle preoccupazioni per i droni avvistati in New Jersey, Kirby ha esortato il Congresso ad approvare rapidamente il disegno di legge per estendere e ampliare le autorità di contrasto ai droni, in modo da poter identificare e neutralizzare potenziali minacce a infrastrutture critiche come aeroporti o basi militari.
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