Il primo ministro iracheno Mohammed Shia’ Al Sudani si è recato a Teheran per una serie di incontri con i vertici iraniani, tra cui la guida suprema Ali Khamenei e il presidente Masoud Pezeshkian. Durante le discussioni, i leader hanno affrontato temi cruciali legati alla sicurezza, alla cooperazione bilaterale e agli sviluppi regionali, tra cui la crisi siriana e il ruolo delle Forze di mobilitazione popolare (Hashd al Shaabi).
Le Forze di mobilitazione popolare, nate nel 2014 per combattere lo Stato Islamico (IS), sono state definite da Al Sudani e Khamenei come un pilastro della stabilità nazionale in Iraq. Queste forze, che comprendono milizie sciite, sunnite, cristiane e yazide, sono formalmente integrate nell’esercito iracheno ma conservano un alto grado di autonomia. La loro composizione e il loro legame con Teheran ne fanno un elemento di discussione strategica tra i due Paesi.
Khamenei, nel corso dell’incontro, ha espresso dure critiche alla presenza statunitense in Iraq, definendola illegale e contraria agli interessi del popolo iracheno. Le sue dichiarazioni riflettono la posizione consolidata dell’Iran, che considera gli Stati Uniti una minaccia alla stabilità regionale e alla sovranità dei Paesi vicini.
In una conferenza con il presidente iraniano Pezeshkian, Al Sudani ha ribadito l’importanza di una soluzione politica per la crisi siriana e ha sottolineato la necessità di garantire stabilità attraverso il dialogo. Pezeshkian ha condiviso le preoccupazioni relative al terrorismo e ha sottolineato il valore della cooperazione tra Baghdad e Teheran per affrontare minacce comuni e proteggere la regione da ulteriori destabilizzazioni.
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