Israele-Hamas: è tregua. Domenica inzia il cessate il fuoco e rilascio dei primi 33 ostaggi israeliani

La tregua tra Israele e Hamas segna un momento cruciale nella crisi della Striscia di Gaza. Il cessate il fuoco, annunciato dal primo ministro del Qatar Mohammed Al Thani, inizierà domenica e prevede una prima fase di 42 giorni, durante i quali saranno rilasciati gradualmente 33 ostaggi israeliani. Questo accordo rappresenta un passo significativo verso una calma duratura nella regione, sebbene vi siano ancora questioni irrisolte, come sottolineato dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Donald Trump, attraverso la piattaforma Truth, ha anticipato il rilascio imminente degli ostaggi e ha attribuito il successo dell’accordo alla sua leadership e alla “storica vittoria” politica dello scorso novembre. Trump ha affermato che il cessate il fuoco sarà un’opportunità per ampliare gli Accordi di Abramo, consolidando la pace nella regione attraverso un’azione decisa. Nel frattempo, Joe Biden ha definito questo accordo “uno dei più difficili” della sua carriera, sottolineando che rappresenta solo il primo passo verso una fine permanente del conflitto.

A Gaza, l’annuncio della tregua ha scatenato festeggiamenti, mentre il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, ha espresso dure critiche verso Israele, ribadendo il dolore e la sofferenza inflitti alla popolazione durante la guerra. Dal lato israeliano, il presidente Isaac Herzog ha rivolto un messaggio alla nazione, sottolineando l’importanza di questo accordo per riportare a casa gli ostaggi e sanare una ferita aperta nella società israeliana. Ha inoltre offerto il suo sostegno al primo ministro e al team di negoziazione per finalizzare l’intesa.

Fonti egiziane riportano che l’accordo include elementi fondamentali come la ricostruzione della Striscia di Gaza, l’apertura dei valichi di frontiera e la libertà di circolazione per persone e beni. L’intesa pone le basi per un cessate il fuoco permanente e prevede il ritiro graduale delle forze israeliane dalla regione, oltre alla creazione di un piano di dopoguerra che potrebbe affidare la gestione di Gaza all’Autorità Nazionale Palestinese, affiancata dall’Onu, con l’obiettivo di costruire uno Stato palestinese che comprenda Gaza e Cisgiordania.

Nonostante l’annuncio della tregua, i raid dell’aviazione israeliana su Gaza sono proseguiti nelle ultime ore, causando almeno 33 vittime, secondo fonti locali. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha inoltre riportato un attacco aereo israeliano contro un obiettivo militare in Siria, che ha provocato tre morti, evidenziando la complessità e l’estensione delle tensioni nella regione.

Le reazioni internazionali

La tregua tra Israele e Hamas e l’annuncio del rilascio graduale degli ostaggi continuano a suscitare reazioni contrastanti a livello internazionale. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha definito l’accordo un’ottima notizia e un passo importante verso la pace nella regione, sottolineando la necessità di consolidare il cessate il fuoco e proseguire con le successive tappe. Tajani ha inoltre evidenziato come il risultato di Gaza si aggiunga ad altri sviluppi positivi in Medio Oriente, come il cessate il fuoco in Libano e i primi segnali di cambiamento in Siria.

Anche l’Unione Europea ha accolto con favore l’accordo. Dubravka Šuica, commissaria Ue per il Mediterraneo, ha espresso sollievo per un’intesa che promette di alleviare le sofferenze di una popolazione devastata dal conflitto. Ha ribadito l’impegno dell’Ue a sostenere tutti gli sforzi per una pace e una ripresa durature.

Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ha dichiarato che l’accordo rappresenta una speranza per la popolazione di Gaza, ma ha sollecitato un accesso immediato e senza ostacoli agli aiuti umanitari e ai rifornimenti necessari per affrontare le gravi sofferenze causate dal conflitto.

Non mancano, però, voci critiche. Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano ed esponente dell’estrema destra, ha definito l’accordo “cattivo e pericoloso per la sicurezza dello Stato d’Israele” e ha annunciato che i ministri del suo partito voteranno contro la convalida dell’intesa.

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso gratitudine sia a Donald Trump sia a Joe Biden per il loro supporto nell’agevolare il rilascio degli ostaggi. Netanyahu ha sottolineato il suo impegno a riportare a casa tutti i cittadini israeliani detenuti e ha lodato Trump per il sostegno nel promuovere una politica che impedisca a Gaza di diventare nuovamente un rifugio per il terrorismo.

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