Un terremoto politico di chiaro stampo conservatore si è abbattuto sul Brasile, che nelle consultazioni presidenziali premia il candidato Jair Bolsonaro che raccoglie la maggioranza dei consensi ma senza superare la soglia del 50 per cento dei voti. Se la dovrà vedere quindi al ballottaggio con il candidato del Pt, Fernando Haddad, il leader che ha sostituito Lula nella corsa alla presidenza del Brasile.
L’uomo forte del paese, l’ex capitano dell’Esercito, è stato premiato dagli elettori con il 47,60% dei voti, oltre 43 milioni di consenso sui 147 iscritti nei registri elettorali raggiungendo comunque percentuali che nessuno si sarebbe aspettato solo qualche mese fa.
Si confronteranno ancora una volta nella sfida finale il prossimo 28 ottobre. Non sarà facile per l’ex ministro dell’Educazione nei governi Lula e Rousseff e docente di Scienze Politiche all’università di San Paolo. Il successo di Bolsonaro lo costringerà a nuove alleanze con gli altri candidati: Ciro Gomes, del PDT che ha raccolto 12,50 e Geraldo Ackmin, del PSDB, che si è fermato al 4,97.
La gente è andata a votare in massa. L’astensione è stata del 22 per cento, registrata soprattutto negli Stati del nord ovest, più isolati e poveri. Rassegnazione e disillusione. Ma il voto elettronico ha consentito di conoscere i risultati tre ore dopo la chiusura dei seggi. I primi dati ufficiali, resi noti poco dopo le 19 di ieri, apparivano clamorosi. Jair Bolsonaro spiccava in testa con il 49,02 per cento. Era a un passo dalla vittoria netta al primo turno. Una percentuale che si è ridotta con il tempo e l’afflusso dei voti che arrivavano soprattutto dagli Stati del nord est, basi elettorali del Pt. Alla fine si è assestato attorno al 47 per cento, mentre Haddad recuperava consensi piazzandosi sul 27 per cento.
Adesso iniziano le trattative, che vedono in ballo 10 milioni di voti. Haddad ha già detto che “aprirà a ogni alleanza, nessuna esclusa” mentre Bolsonaro festeggia se verrà eletto sarà il primo ex militare a tornare alla guida del Brasile 30 anni dopo la fine della dittatura.