Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale della difesa della Svizzera, e Jean-Philippe Gaudin, direttore del Servizio federale di informazione della Confederazione (NDB) la scorsa settimana hanno comunicato alla stampa che l’attività di spionaggio russo in Svizzera è aumentata sensibilmente.
Gaudin si è rifiutato di fornire ulteriori dettagli e i numeri degli agenti di Mosca in attività sul suolo svizzero. Il capo dell’NDB ha precisato che la Svizzera è sempre stata un obiettivo dello spionaggio sovietico e russo perché ospita le sedi di un gran numero di organizzazioni internazionali. Il cambiamento di oggi è dovuto al fatto che Mosca starebbe monitorando le “infrastrutture sensibili”. Il ministro della Difesa Parmelin, al riguardo, ha affermato che le attività di spionaggio russo contro le infrastrutture nazionali svizzere “hanno raggiunto livelli intollerabili”.
Le accuse di alti funzionari governativi svizzeri sono giustificate e concrete, considerato il recente complotto, sventato, di due russi che hanno tentato di hackerare i sistemi informatici di un laboratorio governativo svizzero che indaga su armi nucleari, biologiche e chimiche. Il laboratorio, situato nella città della Svizzera occidentale di Spiez, era stato individuato dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per svolgere indagini relative all’avvelenamento dell’ex agente russo Sergei Skripal e sua figlia Yulia nel marzo di questo anno. Ha anche effettuato alcune indagini sul presunto uso di armi chimiche da parte del governo del presidente Bashar al-Assad in Siria, come noto appoggiato dalla Russia..
L’ambasciata russa a Berna ha respinto le accuse di spionaggio e ha definito le accuse fatte da Gaudin e Parmelin “assurde”.