Reddito e pensioni di cittadinanza verranno varati con un decreto prima di Natale, questa l’unica novità emersa dopo il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi.
Occorre trovare alla svelta un accordo con la Commissione Ue e convincerli con la volontà di dedicare risorse agli investimenti accrescendo la quota di 36 miliardi già sbloccati dal governo. Per ora di abbassare il deficit al di sotto del 2,4% non se ne parla, Salvini e Di Maio vogliono prima sapere dal Mef le cifre esatte per il reddito di cittadinanza e Quota 100.
Giuseppe Conte ha fatto sapere ai due vice che difficilmente anche il 2,2% potrà superare l’esame di Bruxelles. Cosa diversa sarebbe il 2 per cento. Salvini comunque prima del vertice ha detto “nessun passo indietro sulle misure, anzi potrebbe essere un’avanzata, un’uscita dalla trincea. Se è l’unico modo per ottenere il via libera alla manovra io gli tolgo un alibi e se continuano a dire di no significa che è un “no” pregiudiziale”.
Di Maio, invece, teme che rimetterci possa essere il reddito di cittadinanza, “se bisogna limare il deficit di qualche decimale, per noi non è un problema. Il punto è che non bisogna limare neanche di una persona la platea che beneficia del reddito di cittadinanza”.
Il problema più serio sarebbe quello di dover posticipare l’entrata in vigore del provvedimento, ma Di Maio mantiene la posizione e vuole che a febbraio 2019 parta una delle promesse elettorali a cui gli italiani/elettorato danno maggiore attenzione.
Tuttavia basterebbe far partire il reddito di cittadinanza ad aprile, sostengono i tecnici del Mef, così da avvicinare il deficit a quel 2 per cento voluto dall’Europa.
Per quanto riguarda la Fornero, invece, anche Salvini vorrebbe che si partisse già da febbraio, gli interessati sono più di mezzo milione di italiani e non si sa ancora quanti di questo mezzo milione ne gioverebbe già nel 2019. Tutte incognite che dovranno essere risolte a breve e comunque prima di Natale. Nel frattempo la borsa ha guadagnato un +3% e lo spread è sceso a 289 punto base.