Il Giornale riporta che la Cina da anni ha in atto una politica commerciale “avvolgente” tramite la rilevazioni di importanti scali marittimi per il traffico di container. Pechino mira a conquistare l’Europa. L’inizio si è avuto con l’acquisizione del Pireo in Grecia, con Zeebmgge in Belgio ed ora mirano al porto italiano di Trieste. A nord c’è Zeebrugge e a est c’è il 16+1, la formula commerciale attraverso cui Pechino lega a se 12 membri dell’Unione Europea (Bulgaria, Estonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Macedonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Croazia) e quattro Paesi ancora extra Ue come Albania, Bosnia, Serbia e Montenegro.
Il grimardello di Pechino è la Cosco (China Ocean Shipping Co.), una società controllata dal governo cinese che ha comprato le prime quote del Pireo ed oggi ha concluso l’acquisizione del 67 per cento delle azioni del porto. Da quel momento la Cosco, che intanto ha investito 600 milioni di euro e ne ha pronti altri 300, ha il totale controllo dei terminal da cui partono container, navi da crociera e traghetti. Sotto la sua regia il Pireo si sta sviluppando ad un ritmo forsennato arrivando a muovere ogni anno 20 milioni di passeggeri.
La Cosco, però è insaziabile, non si ferma al Pireo e tramite altre controllate acquisisce partecipazioni in altri sette porti europei fra Italia (Vado Ligure), Belgio (Zeebrugge, Anversa), Spagna (Valencia e Bilbao), Francia (Marsiglia) e Olanda (Rotterdam) conquistando il controllo del 10 per cento del movimento container dell’Europa. Tutto parte però dal Pireo dove la Cina finanzia il network ferroviario (concordato con Ungheria e Serbia nell’ambito del 16+1 e finanziato dall’«Export Import Bank Of China – che collegherà il Pireo a Budapest e Belgrado.
Trieste però sarebbe la ciliegina sulla torta per la Cina e Cosco per via della rete ferroviaria collegata ai suoi terminali. E più ancora il suo status di porto franco che consente il fermo merci senza tasse. Grazie a queste due specificità Trieste può diventare lo snodo principale tra Zeebrugge, Est Europa e Pireo.
I cinesi vista l’appetibilità del porto di Trieste sono pronti ad investire, quindi, fino a 1 miliardo di euro. Ambizione che per ora è ostacolata dal sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Giancario Giorgetti che, in diverse battute, ha evidenziato che le quote di controllo del porto di Trieste non passeranno mai sotto il controllo dei cinesi.
Nel frattempo il Pireo si è prestato allo scalo delle prime navi militari cinesi e Gibuti sta diventando la prima base della Marina militare di Pechino in Africa. E lo stesso sta succedendo ai porti di Pakistan e Sri Lanka, già oramai di fatto cinesi.