Neanche il 2,04% per il 2019 basta, continua insomma la trattativa a oltranza tra Italia e Ue. Il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici in mattinata da Parigi aveva attaccato nuovamente la manovra italiana.
Tria ha deciso di rimanere nella capitale belga fino a che non ci sarà un accordo.
Il ministro del Tesoro vede Moscovici e poi il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis. E a testimonianza del fatto che da oggi si comincia a lavorare sui numeri c’è l’arrivo, a Bruxelles, anche del direttore generale del Mef Alessandro Rivera.
Il premier Giuseppe Conte, invece, si sta muovendo su altri tavoli dove spera di ottenere da più paesi l’appoggio alla manovra. Dovrebbe infatti vedere sia i leader più vicini al progetto italiano come la cancelliera Angela Merkel e il portoghese Antonio Costa, sia i «falchi», come l’olandese Mark Rutte.
Moscovici: “il passo dell’Italia va nella giusta direzione ma ancora non ci siamo. Ci sono dei passi da fare, forse da entrambe le parti”, spiega il commissario europeo che, tuttavia, dopo aver incontrato Tria smorza i toni: “lo sforzo fatto dall’Italia è consistente, non vogliamo arrivare alla procedura e c’è l’intenzione comune di arrivare a un accordo”, sottolinea.
Nella proposta italiana c’è solo la previsione del dimezzamento del peggioramento del deficit strutturale del 2019 quando dall’Ue si chiede un suo miglioramento rispetto al 2018. Ed è questo un dato sul quale i più intransigenti dell’Ue non sembrano voler cedere.
La vera battaglia poi si riversa sui social dove i militanti criticano il dietrofront del governo giallo verde, ricordando le «dichiarazioni di guerra» all’Ue di qualche settimana fa. “Promesse Tradite”, critiche alle quali, sul blog, replica lo stesso Di Maio, “cambiano i decimali, non la sostanza”.
Ancor più duri, poi, gli attacchi delle opposizioni. “Il 2,04 è una figuraccia di Salvini e Di Maio”, sottolinea Matteo Renzi mentre il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani bolla come – irresponsabile – il governo M5S-Lega. “Ridicolo, per tornare al punto di partenza abbiamo bruciato una montagna di miliardi di interessi”.