L’ambasciatore della Corea del Nord in Italia è scomparso da due mesi e ci sono rapporti secondo cui potrebbe essere sotto la protezione di un paese occidentale. Jo Song-gil, 48 anni, diplomatico di carriera che parla correntemente italiano, francese e inglese, ha presentato le sue credenziali diplomatiche al governo italiano nel maggio 2015. Nell’ottobre 2017 è diventato ambasciatore del suo paese dopo l’espulsione delle autorità italiane dell’Ambasciatore Mun Jong-nam dal paese. L’espulsione avvenne in risposta al test nucleare della Corea del Nord di quell’anno, quando Pyongyang annunciò la detonazione di una bomba all’idrogeno che poteva essere caricata su un missile balistico intercontinentale.
Si crede che Jo provenga da una famiglia di alto livello di funzionari e diplomatici con una lunga storia nel Partito dei lavoratori della Corea. Suo padre è un diplomatico in pensione e il padre di sua moglie, Lee Do-seop, ha trascorso molti anni come inviato di Pyongyang a Hong Kong e in Tailandia. Si crede che a Jo sia stato concesso di portare con sé moglie e figli a Roma, un privilegio che viene conferito solo al più fedele funzionario del governo nordcoreano. Fonti del governo italiano, citate dai media britannici, hanno detto che in ottobre Pyongyang aveva informato il ministero degli Affari esteri italiano che Jo sarebbe stato sostituito a dicembre. Giovedì, tuttavia, Kim Min-ki, un parlamentare sudcoreano, ha detto ai giornalisti a Seoul che Jo era scomparso da novembre. Kim ha aggiunto che lui e un gruppo di altri parlamentari erano stati informati sulla questione da funzionari del National Intelligence Service, la principale agenzia di intelligence esterna della Corea del Sud.
Nel frattempo, la stampa sudcoreana ha dichiarato giovedì che Jo e la sua famiglia “erano in un posto sicuro” sotto la protezione del governo italiano. Ma i funzionari italiani hanno detto alla BBC che il Ministero degli Affari Esteri non aveva “alcuna informazione di una richiesta di asilo presentata da Jo” o da altri membri della sua famiglia. Citando una “fonte diplomatica” anonima, JoongAng Ilbo, di Seoul, ha affermato che l’ex ambasciatore e sua moglie stavano negoziando la loro fuga verso un paese occidentale, insieme a un’offerta di asilo politico.