Il decreto sulla sicurezza urbana non e’ una misura di emergenza. E’ esattamente l’opposto. Come quella sull’immigrazione. Penso che sulla sicurezza e sull’ immigrazione le cose che non funzionano siano quelle decise sul terreno dell’emergenza”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in un incontro a Pescara, sul tema della sicurezza, con i sindaci abruzzesi. Presente il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, il sindaco del capoluogo adriatico, Marco Alessandrini, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. Minniti ha sottolineato che “per garantire un livello piu’ elevato di sicurezza occorre pensare ad un’alleanza strategica tra Stato nazionale e poteri locali”. Il problema, ha proseguito “non e’ quello di aumentare le pena ma l’effettivita’ della pena”. E in merito alla discussione su poteri troppo forti stabiliti nelle norme si e’ chiesto: “Chi imbratta un muro puo’ essere richiamato dal questore, su indicazione del sindaco, per rimetterlo a posto. Cosa c’e’ di illiberale?”. L’emergenza – ha proseguito il ministro dell’Interno – da’ cattivi consigli, ti porta sempre a misurarti con una cosa che esplode, e tu cerchi di tamponare. Su questi temi noi invece abbiamo bisogno di una visione, di un progetto”. Da qui “l’idea di un rapporto strategico con il territorio, con la Regione, con la Provincia, con i sindaci”, ha spiegato Minniti sottolineando che “questa alleanza ha una ragione di fondo e sta nel fatto che dobbiamo rimettere in moto una revisione del modello di sicurezza del nostro Paese. Un modello che naturalmente ha funzionato negli anni e che tuttavia e va ulteriormente migliorato”. “Se voglio pensare al controllo del territorio non c’e’ e non ci puo’ essere la stessa politica di sicurezza da Agrigento sino a Bolzano passando per Pescara”, ha detto. E infine: “Non e’ un caso che nel decreto la sicurezza venga definita ‘bene comune’, cioe’ patrimonio di tutti. Sicurezza e’ liberta’”.
di Redazione
fonte Ansa
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