Sono arrivati oggi ad Ankara due rappresentanti del Dipartimento di Stato americano per una serie di incontri che avranno come argomento principale l’acquisto, da parte della Turchia, degli S-400, il sistema di difesa missilistico di fabbricazione russa e gli sviluppi del nord della Siria.
La notizia è stata resa nota dal quotidiano Hirriyet secondo il quale Matthew Palmer avrebbe in programma una serie di incontri programmati fino al 6 marzo prossimo con gli S-400 in primo piano. Obiettivo di Washington è convincere la Turchia a ritirarsi dall’accordo raggiunto con Mosca con il quale avrebbe stretto un accordo per un contratto da 2 miliardi e mezzo di dollari che di fatto precluderebbe la partecipazione della Ankara al Joint Strike Fighter da realizzare in ambito Nato con i jet da guerra F35.
L’acquisto del sistema S-400 precluderebbe la vendita degli F35 da parte degli Usa alla Turchia
Obiettivo di James Jeffrey, invece, quello di trattare sul ritiro dei militari americani dal nord della Siria e sulla presenza dei curdi siriani del Pyd-Ypg nella città di Manbij, sulla riva ovest del fiume Eufrate.
Situazione divenuta complicata dopo che la Casa Bianca ha dichiarato che avrebbe mantenuto a nord est della Siria, un contingente di circa 200 marines. Annuncio che ha di fatto ridimenzionato quanto aveva detto lo stesso presidente americano Donald Trump lo scorso dicembre quando aveva annunciato il ritiro dei 2000 militari americani presenti sul territorio. Il ritiro di tutte le forze americane avrebbe dato il via libera all’ingresso dell’esercito turco nel nord della Siria per realizzare una “safe zone” al confine turco siriano profonda circa 32 km.