La nuova sede degli 007 italiani, da ieri, si è spostata in piazza Dante, al civico 25, quartiere Esquilino.
Presenti all’inaugurazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, i direttori di Dis, Aise e Aisi, Gennaro Vecchione, Luciano Carta e Mario Parente. Tanti gli ambasciatori intervenuti, il coro delle voci bianche di Santa Cecilia, agenti dei servizi italiani e rappresentanti di servizi segreti alleati.
Il prestigioso palazzo ha ospitato le Casse di risparmio postali, poi evolutesi in Cassa Depositi e Prestiti, che resta proprietaria del palazzo e l’ha concesso in affitto per i prossimi 30 anni alla presidenza del Consiglio.
In questa Langley italiana confluiranno gli uffici del Dis, come parte di quelli operativi dell’Aise (estero) e Aisi (interno). Sono occorsi 10 anni di lavori, una quantità imprecisata di milioni di euro, la morte di un operaio, duemila km di cavi e fibre ottiche, la risistemazione di sessantamila metri quadri, più di mille finestre. Da ieri il Dipartimento Informazioni e Sicurezza, ha un degno quartier generale.
All’ingresso c’è la Parete della Memoria dedicata ai Caduti dell’intelligence – 4 lapidi: dedicate a Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo D’Auria, Pietro Antonio Colazzo.
L’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte
“L’accelerazione impressa negli ultimi mesi per portare a termine i lavori ha messo a dura prova tutti gli attori coinvolti nell’attuazione del progetto, ai quali desidero esprimere il mio caloroso apprezzamento. In questa sede di Piazza Dante saranno ospitate d’ora innanzi tre strutture il cui dovere, e la cui ragion d’essere, è lavorare armoniosamente per tutelare l’interesse nazionale. Questo Palazzo è, pertanto, molto più che il nuovo indirizzo dei Servizi Segreti. È la raffigurazione plastica di un percorso indicato dalla legge di riforma, che ha opportunamente delineato un’articolazione non unica, ma triadica, della nostra intelligence, intesa a valorizzare e potenziare il portato etico e operativo dei due Servizi, anche ampliando lo spettro della loro attività di raccolta informativa.
In questi anni è stata così rafforzata l’unitarietà del Sistema, canalizzando i poteri di direzione e le relative responsabilità in un’unica figura politica di vertice, e individuando soluzioni, a cominciare dalle funzioni di coordinamento del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, che permettono di esercitare in concreto, nella quotidianità del lavoro, tali poteri e tali alte responsabilità. Tanto che, in questa circostanza, i sentimenti che maggiormente mi sento di condividere con i valorosi professionisti della nostra intelligence sono la consapevolezza e la fiducia. Consapevolezza che la sicurezza nazionale è una conquista quotidiana. Fiducia che sebbene il rischio zero non possa esistere a fronte di nessuna minaccia, il Paese è nondimeno resiliente, sa discernere i rischi dalle opportunità,sa ridurre l’incertezza sul futuro”. “Gratitudine a Li Causi, Calipari, D’Auria e Colazzo” “Rivolgo il mio pensiero più affettuoso ai congiunti dei quattro caduti del Comparto, che ho già salutato personalmente pochi minuti fa. Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo D’Auria e Pietro Antonio Colazzo, quattro valorosi servitori dello Stato, ai quali tutti dobbiamo un sincero tributo di gratitudine per il sacrificio al quale sono andati incontro”.