Ieri il consiglio di amministrazione di #Renault ha studiato la proposta di fusione presentata da #Fiat #Chrysler #Automobiles il 27 maggio scorso. Il Cda ha deciso di continuare a esaminare i dettagli del piano, oggi in un nuovo consiglio. Un piano già discusso tra il presidente di #Fca John #Elkann e il numero uno della casa automobilistica francese Jean-Dominique #Senard.
I consiglieri di amministrazione di Renault stanno esaminando attentamente la proposta italiana, per cercare di trarne il massimo vantaggio e soprattutto evitare un impatto negativo sui livelli occupazionali francesi.
Così Renault, ha commentato i lavori, in un comunicato stampa: “Si è deciso di continuare a studiare con interesse l’opportunità di una tale fusione”.
Al momento gli unici ad essere entusiasti della fusione sono mercati finanziari hanno. Il titolo Renault è salito del 4,28% mentre quello di Fca ha chiuso in rialzo del 3,87%.
Sulla fusione del secolo, così in molti la definiscono, si è espresso anche il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire: “E’ una reale opportunità per Renault e per l’industria automobilistica francese”.
Percorso lungo e a ostacoli
La Francia vorrebbe il quartier generale operativo a Parigi, un dividendo straordinario per gli azionisti di Renault e un posto al governo in cda.
L’ambizioso obiettivo della fusione è quello di costituire il terzo colosso mondiale nel settore dell’auto, in grado di vendere 8,7 milioni di vetture, che diventerebbero oltre 15,5 allargando l’intesa a #Nissan-Mitsubishi e diventando, così primi al mondo nel settore dell’automotive.
L’intera struttura, così come riporta La Stampa, prevede una holding ad Amsterdam, divisa 50-50 tra Renault e Fca, e quotata a Parigi, New York e Milano. La famiglia Agnelli, che controlla il 29% di Fiat-Chrysler, vedrebbe la sua parte diluita al 14,5%, restando però primo azionista della nuova entità, mentre lo Stato francese scenderebbe al 7,5% dall’attuale 15% che detiene in casa Renault, esattamente come Nissan. Con una differenza rispetto a oggi. I giapponesi hanno il 15% di Renault senza diritto di voto, diritto che avrebbero nella holding olandese. Lo Stato francese potrebbe occupare una delle quattro poltrone in quota Renault, oltre alle quattro di Fca. Viene inoltre ipotizzato che Renault possa cedere all’esecutivo uno dei suoi due seggi nel comitato nomine. Questa configurazione permetterebbe a Parigi di dire la sua sulla governance della futura entità.
Le reazioni in Italia
Della fusione se ne parla poco, specialmente a livello politico. La denuncia, viene direttamente dall’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo #Calenda, in quota #PD, che accusa il governo di essere completamente assente.
Nessuno in Italia ha riportato “adeguatamente” che oggi, probabilmente, nascerà uno dei colossi mondiali dell’automobile, targato FCA-Renault.
La Francia è in prima linea per curare gli interessi nazionali (anche perchè è azionista in Renault), mentre nessuno del governo italiano, a quanto pare, risulta abbia espresso un parere sulle prospettive di sviluppo e occupazione nel Paese.