Così in una nota stampa la Segreteria Nazionale del Sindacato Italiano Militari – Guardia di Finanza ha comunicato il rinnovo dei vertici dell’associazione sindacale, in seguito alle dimissioni per motivi privati di Andrea Leccese (ex presidente) e Cleto Iafrate (ex segretario generale).
Nella giornata di ieri il Consiglio Direttivo del Sindacato Italiano Militari – Guardia di Finanza si è riunito in sessione straordinaria a Milano e, dopo una lunga e proficua giornata di lavori, è stato eletto all’unanimità, in qualità di Segretario Generale del SIM-Gdf, il Cav. Gaetano Insinna, già segretario generale aggiunto, decidendo di lasciare temporaneamente vacanti le cariche di Presidente e di Segretario Generale Aggiunto in quanto, allo stato, non necessarie per il governo e la rappresentatività del sodalizio associativo.
Non è facile, continua la nota, con le “”””regole d’ingaggio“””” oggi a disposizione, conciliare impegni familiari, lavorativi e, nel contempo, svolgere ruoli apicali sindacali in assenza di tutele normative che diano reale agibilità e operatività sindacale.
Allo stato il progetto di legge (non proprio il migliore possibile) sui sindacati militari risulta “congelato” ormai da tempo presso la IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e vede i “carbonari” dei sindacati militari costretti a svolgere la propria funzione sottraendo il loro tempo alle famiglie, a svolgerlo lontano dalle Caserme e a spese proprie.
Il SIM-GdF, aggiunge la nota stampa, resta fermamente convinto che il processo di sindacalizzazione delle Forze di Polizia ad ordinamento militare sia necessario ed ineludibile per meglio garantire il buon andamento della Pubblica Amministrazione e per vedere finalmente riconosciuti quei diritti che la Costituzione garantisce a tutti i lavoratori ma che, ad oggi, la Legge vieta al cittadino militare, servitore silenzioso dello Stato.
Il Direttivo del SIM-GdF auspica che il Legislatore possa, quanto prima, approvare una norma sulla sindacalizzazione del mondo militare, in linea con la Sentenza n.120/2018 della Corte Costituzionale ormai di lontana memoria, che recepisca le osservazioni sollevate a carico della proposta come finora palesata e che consenta la reale operatività sindacale così come la Consulta ha indicato nella sua declaratoria di incostituzionalità dell’aprile 2018.
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