La rivoluzione industriale e nuovi sbocchi commerciali arriveranno direttamente dallo spazio. La Space Economy non è più un dogma ma una realtà che molto presto diventerà, probabilmente, l’unico sbocco commerciale per i paesi più industrializzati, in grado di competere nel mondo dell’alta tecnologia.
L’Italia nella storia vanta un primato: E’ il terzo paese ad aver lanciato un satellite, il San Marco dalla base di Malindi negli anni 60, grazie a Broglio ed oggi è la sesta potenza spaziale al mondo insieme a Usa, India, Cina, Giappone e Russia.
Per quanto riguarda la costruzione di satelliti, tecnologie e robot per l’osservazione della terra, la sicurezza e l’esplorazione del Sistema Solare, l’Italia è leader grazie a Thales Alenia Space Italia e la sua partecipata insieme all’Agenzia spaziale italiana, Asi, Altee, mentre per la messa in orbita vi è #Avio con il suo lanciatore #Vega.
A Telespazio invece il settore del downstream, cioè la gestione dei satelliti e dei servizi di terra, e la raccolta e distribuzione dei dati grazie alla sua partecipata E-Geos.
A Thales Alenia Space e alla sua partecipata Altee è stata affidata una delle missioni più importanti della Agenzia Spaziale Europea: EXOMARS 2020, che andrà alla ricerca di vita su Marte. Il rover che studierà il sottosuolo del pianeta rosso, Rosalind Franklin, è appena uscito dagli stabilimenti Thales Alenia Space Italia di Torino con tutto il suo carico di altissime tecnologie. Il centro di controllo della missione – il ROCC (Rover Operation Control Center) – si trova invece nella sede di Altee, sempre a Torino, che fornisce servizi ingegneristici e logistici a supporto delle operazioni spaziali. Inclusa la Stazione Spaziale Internazionale, costruita al 50 per cento proprio da Thales Alenia Space Italia, che fornisce anche i moduli di rifornimento Cygnus. Agli stabilimenti di Roma invece il compito di costruire i satelliti per l’osservazione della terra e la sicurezza del territorio: la flotta delle Sentinelle di Copernicus, programma dell’Unione Europea, e CosmoSkyMed, satelliti italiani per uso duale, civile e militare, oltre ai satelliti di navigazione Galileo. Il piccolo ma affidabile Vega – che vanta il 94 per cento di successi – pone il nostro paese tra gli unici 6 al mondo in grado di mandare satelliti nello Spazio insieme a Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone e India.
Donato Amoroso, amministratore delegato di Thales Alenia Space in Italia
“La politica industriale di sostegno alle nuove filiere del settore capace di metterne insieme priorità e competenze, che sono il valore assoluto con cui ci si confronta nel mercato nazionale ed internazionale. Un mercato sempre più affamato di spazio, ormai legato a doppio filo al benessere della terra. Dalla sicurezza al monitoraggio del territorio, dalle comunicazioni alla Internet of things (Iot) fino alle smart city, prima o poi tutti devono passare dallo spazio. Per questo la Space Economy è attrazione di capitali perché tante nazioni che fino a ieri non avevano lo spazio come elemento di ‘strategicità ora lo hanno messo al centro, vedendo nello spazio un motore di sviluppo e di futuro. E noi, facendo da traino, possiamo diventare moltiplicatori per l’economia“.
Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio
“Quello che è buffo della definizione è che lo ‘Space’ è un mezzo per far crescere ‘the Economy’: il valore di una singola industria spaziale è insignificante rispetto a quello che la tecnologia spaziale muove in ogni settore dell’economia, dai servizi all’industria, dalla difesa alla agricoltura“.
Luigi Pasquali, amministratore delegato di Telespazio e responsabile della linea Spazio di Leonardo
“A un certo punto il settore spazio è passato dal technology push, cioè dalla sola ricerca di nuove tecnologie al market driven, e quindi al market pull, cioè secondo le esigenze del mercato. Le tecnologie erano giunte a un livello così elevato che ci si è accorti che potevano rispondere anche ad alcune richieste del mercato, ai nuovi bisogni degli utenti. Il paradigma quindi è cambiato: il mercato ha prodotto nuove esigenze a cui i sistemi spaziali oggi possono rispondere. La forza dell’Italia è nelle competenze “end to end”, cioè sulla intera filiera”.