(di Vanessa Tomassini) Negli ultimi anni sono cresciute in Europa le preoccupazioni per il sospetto ruolo del Qatar nella promozione dell’estremismo e del terrorismo. Se molto è emerso circa i cospicui finanziamenti per la costruzione di nuove moschee e molto sta emergendo sulle donazioni alle università e ai think-tank occidentali, ben poco si conosce su chi e come finanzia i gruppi terroristici.
I Governi di mezzo mondo si sono adoperati in tal senso, scoprendo che spesso fondazioni ed associazioni caritatevoli servivano a raccogliere fondi per scopi ben diversi da quelli umanitari. Ne è un esempio la Fondazione Sheikh Thani Ibn Abdullah for Humanitarian Services (RAF), un’organizzazione con base a Doha fondata dalla famiglia al-Thani. Sul suo sito la Fondazione RAF mostra il suo impegno nei settori dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria e medica localmente e globalmente, tuttavia ci sono diversi segnali di un sospetto sostegno al terrorismo.
Già nel 2017 Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein hanno inserito la RAF nei loro elenchi delle organizzazioni che sostengono il terrorismo. In Siria, questa fondazione ha sovvenzionato progetti per milioni di dollari nella città di Idlib, in mano ai ribelli e alle forze di opposizione al governo di Bashar al-Assad. I gruppi estremisti Ahrar al-Sham, l’Armata della Conquista e Jabhat al-Nusra, affiliati ad al-Qaeda, erano tutti operativi a Idlib mentre la RAF era attiva nell’area.
Era la fine del 2014, quando il Telegraph (www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/qatar/11125897/The-Club-Med-for-terrorists.html) riportò che la raccolta fondi di al-Nusra Shafi al-Ajmi chiese ai donatori di inviare le proprie donazioni alla fondazione RAF. Dal 2007, l’organizzazione della famiglia al-Thani è anche attiva in molteplici progetti nella striscia di Gaza, controllati da Hamas. Secondo il “The Times of Israel” (www.timesofisrael.com/mass-food-poisoning-kills-2-sickens-800-at-iraqi-refugee-camp/), la RAF è stata anche coinvolta in un caso d’intossicazione alimentare di massa in un campo profughi nei pressi di Mosul, in Iraq, che nel 2017 ha ucciso almeno due persone ed intossicato oltre 700 persone. Una donna e una ragazza sono morte e almeno 200 persone sono state ricoverate d’urgenza in ospedale. Il cibo, che era stato preparato in un ristorante di Irbil da una ONG locale, denominata Ain el-Muhtajeen, su donazione della RAF, era destinato ad un iftar, il pasto con cui i musulmani rompono il digiuno dall’alba al tramonto durante il mese sacro del Ramadan.
I media sauditi hanno dimostrato la collaborazione tra la fondazione RAF e la Mezzaluna Rossa turca nel sostenere estremisti e terroristi in Siria, con denaro ed armi spacciati per aiuti umanitari. L’organizzazione governativa di Ankara Humanitarian Relief Foundation (IHH) e la fondazione del Qatar hanno aperto un vasto centro dedicato all’edilizia abitativa e all’istruzione degli orfani di genitori di Daesh nella città di confine sud-orientale di Reyhanli in Siria. La città si trova sulla strada principale tra İskenderun ed Aleppo a 5 km dal valico di Bab al-Hawa in Siria a Cilvegözü, il posto di frontiera terrestre più trafficato tra Turchia e Siria, attraversato da migliaia di foreign fighters che si sono arruolati tra le file del sedicente Stato islamico (ISIS) con la complicità e nel silenzio delle autorità turche.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha fatto arrestare migliaia di giornalisti locali e stranieri che hanno tentato di documentare questi fatti. La Fondazione con sede a Doha ha anche ruoli sospetti in Sudan, dove la spesa ha raggiunto 37 milioni di dollari, che sarebbero stati destinati a finanziare i combattenti nel Darfur appartenenti a gruppi terroristici ricollegabili alla Fratellanza Musulmana. La prima fase della cosiddetta “Save a Life Initiative (SALI)” è stata avviata a novembre 2015 con l’installazione di numerose cliniche mobili in Sudan per curare i combattenti feriti.
Le accuse di finanziamento al terrorismo
La Fondazione RAF sembra infatti ospitare membri di Al Qaeda, oltre a facilitare le loro raccolte fondi. Khalifa Muhammad Turki al-Subaie, che è stato sanzionato dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite nel 2008 per aver fornito supporto finanziario ad Al Qaida, e Khalid Sheikh Mohammed, la mente degli attacchi dell’11 settembre contro gli Stati Uniti, sembrano essere tra i principali sponsor della Fondazione. Dal Qatar, Al-Subaie ha continuato le sue attività a sostegno di Al-Qaida nonostante la sua designazione nelle liste sanzionatorie ONU dal 2008. Ad esempio, a metà del 2012, Al-Subaie ha inviato centinaia di migliaia di dollari ed euro a cellule di Al-Qaida in Pakistan, secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Nel 2013, Khalifa Al-Subaie ha sostenuto raccolte di fondi organizzate dai finanziatori qatarioti Saad bin Saad Al-Kabi e Abd Al-Latif bin Abdullah Al-Kawari, anch’essi designati dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite perché appartenenti al Fronte al-Nusra. Al-Subaie è anche apparso in un video di raccolta fondi del maggio 2013 sollecitando apertamente donazioni per i gruppi jihadisti siriani e la loro causa.
Nel 2013 e 2014, ha anche incoraggiato il sostegno ad iniziative di raccolta fondi per i militanti siriani guidati dal facilitatore di Al-Qaida, sanzionato dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti, Abdallah Mohammad bin Sulayman Al-Muhaysini. È interessante notare che Al-Subaie aveva precedentemente lavorato nella Banca centrale del Qatar, secondo i media locali. In totale, la Fondazione qatariota RAF ha finanziato il Fronte di Al-Nusra – un gruppo armato jihadista salafita attivo dal 2012, nel contesto della guerra civile siriana, in Siria e in Libano – con un importo di 130 milioni di dollari. Tutto ciò fa pensare che gli aiuti umanitari forniti da questa organizzazione non sono altro che una copertura al finanziamento di attività terroristiche.
A conferma di ciò, il facilitatore del Fronte al-Nusra, Mohammed Jassim al-Sulaiti, e Nabil al-Awadhy, partner per la raccolta fondi di Shafi bin Sultan al-Ajmi, entrambi negli elenchi delle sanzioni USA ed ONU, sono stati anche identificati come membri della delegazione della Fondazione RAF guidata dal Direttore Generale in numerosi eventi pubblici. Così come Wagdy Ghoneim, Saad bin Saad al-Kabi e Abd al-Latif bin Abdullah al-Kawari. Quest’ultimo è stato anche presentato come docente di spicco in numerosi eventi della Fondazione RAF in Qatar per raccogliere fondi a sostegno delle attività della RAF in Siria. È interessante notare che la Fondazione RAF detiene conti bancari presso la Qatar International Islamic Bank, la Qatar Islamic Bank, Masraf Al-Rayan e Al-Barwa Bank.
La Masraf Al-Rayan Bank e la Qatar Islamic Bank stanno entrambe affrontando processi legali per corruzione. La Rayan Bank è inoltre indagata per riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo da parte del Regno Unito (https://www.thetimes.co.uk/article/qatar-accused-of-using-british-bank-to-promote-islamist-causes-htsmq8d8p).
Per quanto riguarda la Qatar Islamic Bank, infine, è stata citata in giudizio da un uomo americano che è stato rapito da un gruppo terroristico finanziato da questa banca (https://www.newsweek.com/american-hostage-matthew-schrier-sues-qatari-supporting-al-qaeda-captors-royals-neck-deep-1485603).