(di Massimiliano D’Elia) In uno Stato di diritto dove vengono tutelati tutti i cittadini senza alcuna distinzione, quello che sta accadendo a Chiara Giannini, giornalista ed inviata di guerra per il Giornale è per certi versi sconcertante. Il calvario è iniziato da quando la collega ha fatto pubblicare un suo libro, “Io sono Matteo Salvini”. La vicenda all’epoca venne battuta da tutte le agenzie, attirando l’interesse della carta stampa, della gran parte dell’opinione pubblica e soprattutto dei politici di sinistra, perchè la casa editrice “Altaforte”, ritenuta vicina a CasaPound, ne aveva curato la pubblicazione.
La Giannini, di recente, ha trattato su il Giornale anche la triste vicenda del giovane Ugo, ucciso da un carabiniere nel napoletano, in seguito ad una rapina. Agli articoli sulla carta stampata, sull’argomento, sono seguiti dei video della collega sulla propria pagina Facebook. Un modo immediato per comunicare e informare tutti i suoi “follower” e, perchè no, un modo per commentare e favorire una discussione, un confronto “real time”, sulla controversa vicenda che alla fine ha visto due vittime: un giovane ragazzo ucciso e il dramma di un giovane carabiniere che probabilmente è stato costretto a sparare, pur non volendo.
La Giannini dopo i primi video ha iniziato a ricevere minacce di ogni genere fino a quella più infame, “la morte”. La collega, che è già da tempo sottoposta a una misura di protezione, non ha esitato ad interessare le forze dell’ordine e i suoi legali per sporgere le necessarie denunce-querele.
Nel silenzio assordante dei politici e dei colleghi giornalisti, neanche un messaggio di solidarietà, la Giannini ha ritenuto opportuno interessare l’Ordine dei Giornalisti, nelle persone del presidente Carlo Verna, della vicepresidente Elisabetta Cosci e la Federazione nazionale della stampa italiana, nella persona del segretario Raffaele Lorusso per informarli dei fatti e chiedere un intervento, anche fosse solo di solidarietà.
Sentita al telefono ci ha spiegato che al momento nessuno le ha risposto. “Fosse successo a giornalisti che scrivono per quotidiani di sinistra – ci ha detto – apriti cielo. In Italia ci sono due pesi e due misure. Non ho visto nessuno, neanche la politica, indignarsi per quanto mi sta succedendo da mesi. Poi parlano di cambiare l’Italia”.
#iostoconlagiannini
“Esprimo la mia incondizionata vicinanza a Chiara Giannini che, negli ultimi giorni , sta ricevendo numerose gravi minacce per aver fatto solamente il proprio dovere di giornalista, occupandosi della ben nota vicenda del tentativo di rapina finito male a Napoli”. Ha dichiarato Lia Staropoli Presidente dell’ Associazione “ConDivisa – Sicurezza e Giustizia”. “La Giornalista è sottoposta ad una misura di protezione, ma le recenti minacce provengono da un contesto difficile, nel quale viene considerato normale esplodere diversi colpi di armi da fuoco all’ingresso di una Caserma”.