Mes: “pochi, maledetti e subito”

(di Francesco Matera) Uno scoglio granitico, composto da Prodi, Zingaretti, Renzi, Speranza, Berlusconi e tutti i ministri, tranne quelli M5S, sostengono con forza l’utilizzo del Mes (Fondo Salva Stati) che porterebbe  all’Italia una cifra pari al 2 per cento del Pil, circa 37 miliardi di euro. Denaro subito disponibile che, secondo l’Eurogruppo, potrà essere utilizzato  per spese di carattere sanitario in maniera diretta e indiretta. Denaro che dovrà essere restituito con un bassissimo tasso d’interesse e che non seguirà le rigide condizionalità del Mes, previste per prestiti “salva Stati”, che seguono, invece logiche ed interventi diretti sulle politiche economiche dei Paesi debitori, fino ad arrivare al commissariamento della Nazione da parte della Troika (Bce, Fmi e Commissione Ue).  Questo è il timore maggiore delle opposizioni, dire si oggi agli aiuti del Mes, potrebbe precludere la nascita di ogni altro sistema finanziario, tipo eurobond, fondo comune, etc.

Ma a guardare con fiducia alla manna dei miliardi promessi dal Mes ci sono Confindustria e alcuni presidenti di regione che non vedono l’ora di poter contare sulla pioggia dei miliardi del Fondo salva stati (quelli almeno sono certi: pochi, maledetti e subito) con cui poi costruire ospedali, comprare macchinari e stabilizzare tanti operatori sanitari, oggi ancora precari.

Il 23 aprile la data in cui al Consiglio europeo deciderà sul piano proposto dall’Eurogruppo. In questi giorni, in vista dell’alto Consiglio comunitario, il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte sta affrontando non pochi problemi all’interno della maggioranza. A prendere la parola il capo della Farnesina,  Luigi Di Maio che dice: “come dice Conte, il Mes è uno strumento antiquato”.

Il Pd sul Mes ha, invece, alzato le barricate e il segretario Nicola Zingaretti ha detto: “Se la nostra sovranità sarà garantita e l’Europa ci darà dei soldi per la sanità, allora dovremo ragionare sul perché non usufruirne”.

Zingaretti poi indirizza un messaggio direttamente al premier Conte: “Il vecchio Mes non lo vogliamo neanche noi  ma il nuovo fondo senza condizioni perché lo dobbiamo regalare? In una situazione così complicata, un governo che nasce sulla spinta dell’Europa non può rifiutare una linea di credito tale”.

Sulla stessa linea anche Romano Prodi: “un no al Mes ci indebolisce nella trattativa”.

I 37 miliardi del Mes potrebbero essere utilizzati anche per settori diversi da quello sanitario. Ad aprire a questa ghiotta possibilità il comunicato stampa dell’Eurogruppo che in riferimento ai  prestiti afferma che potranno essere utilizzati per i finanziare le spese dirette e indirette del settore sanitario, cioè in teoria, potrebbero coprire tutti costi sostenuti dallo Stato e le perdite subite dalla aziende.

Cosa fare? Pochi, maledetti e subito?

 

Mes: “pochi, maledetti e subito”