Il generale Khalifa Haftar si è autoproclamato capo della Libia, in una dichiarazione televisiva in cui ha detto di “accettare il mandato del popolo libico per occuparsi del Paese“. Il generale ha dichiarato nullo l’accordo di Skhirat che nel 2015 stabilì la creazione di un governo di accordo nazionale con sede a Tripoli, guidato da Fayez al-Serraj.
Una decina di giorni fa, il generale, dopo una serie di sconfitte militari che avevano permesso al governo di Tripoli di riconquistare alcune città della costa verso il confine con la Tunisia, era tornato ad attaccare la capitale, tagliando addirittura le forniture di acqua.
Il presunto golpe lo ha annunciato alla tv al-Hadath ieri sera, dando il via così alla conquista di Tripoli.
Appena sabato scorso, Italia, Francia e Germania con l’Unione europea avevano fatto appello a Haftar e al-Serraj per una tregua umanitaria durante il Ramadan. Finora Haftar aveva rivendicato la sua legittimità a combattere da parte dei cittadini della Cirenaica, nell’Est del paese, ma ora ha lasciato intendere di poter contare anche sull’appoggio del resto del paese, anche se non ha specificato nessun dettaglio riguardo a tale sostegno.
Sull’iniziativa unilaterale di Haftar sia l’ambasciata Usa nel paese, sia un rappresentante delle Nazioni Unite, hanno respinto la sua dichiarazione, invitando nuovamente Haftar a trattare con al-Serraj a partire da un cessate il fuoco per il Ramadan. Secondo gli osservatori Onu, la mossa di oggi potrebbe addirittura essere l’atto disperato e finale di chi si considera ormai vicino alla sconfitta.
La Russia che nei fatti appoggia Haftar, ritiene che l’unico modo per risolvere il conflitto in Libia è quello di percorre un processo politico e diplomatico. “A Mosca, restiamo convinti che l’unica possibile soluzione in Libia possa essere attraverso la comunicazione politica e diplomatica tra tutte le parti, soprattutto quelle in conflitto“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
La Libia è stata divisa dal 2014 tra aree controllate dal governo di accordo nazionale (GNA) di Tripoli, guidato da Fayez al Serraj nel nord-ovest, e un territorio a est nella zona di Bengasi. Haftar è supportato da Russia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, mentre al Serraj dalla Turchia.