Il valore complessivo dei beni sequestrati e confiscati alle mafie ammonta a 32 miliardi di euro, pari all’1,8% del Prodotto interno lordo prima della crisi indotta dalla pandemia. Lo evidenzia l’Eurispes che propone di creare una holding per gestire al meglio questo patrimonio, “organizzata in stretta collaborazione con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati alla criminalita’ organizzata e con la vigilanza del sistema giudiziario antimafia”. “Si tratterebbe – evidenzia l’Osservatorio permanente sulla sicurezza dell’Eurispes – di un’ ‘Iri 2′ con il capitale piu’ alto del capitale sociale di Eni, Enel, Assicurazioni Generali, Intesa San Paolo, Poste Italiane e Leonardo messi insieme. Una Holding articolata per settori di competenza affidati a manager di comprovata esperienza (come, ad esempio: immobiliare, produzione agroalimentare, agricoltura, distribuzione, servizi e ambiente). Certo – sottolinea – la valorizzazione di questo immenso patrimonio non sarebbe da subito disponibile per fronteggiare nell’immediato l’emergenza generata dall’epidemia da Coronavirus ma potrebbe rappresentare una delle risorse strategiche per uscire dalla crisi e rilanciare la nostra economia”. “Una simile opzione strategica – prosegue l’Osservatorio – metterebbe d’accordo anche i due orientamenti di pensiero che si fronteggiano da anni sul tema della vendita dei beni confiscati, polarizzandosi tra chi preferisce monetizzare il valore dei beni sequestrati e confiscati con finalita’ meramente contabili e chi, invece, destina a fini sociali i beni sequestrati e confiscati anche allo scopo di fornire alla collettivita’ un segnale di virtu’ civica”. I beni mobili sottratti alle mafie ammontano ad un valore di 4 miliardi 336mila euro, dei quali 2 miliardi ed 85 milioni di euro sono cash, liquidita’. La gestione patrimoniale di questi beni, tuttavia, segnala l’Eurispes, “ha prodotto nel complesso sinora solo 57 milioni 884mila euro“.
“Certo – scrivono il presidente dell’Osservatorio, Pasquale Preziosa, e i vicepresidenti Giovanni Russo e Roberto De Vita – la valorizzazione di questo immenso patrimonio non sarebbe da subito disponibile per fronteggiare nell’immediato l’emergenza generata dall’epidemia da Coronavirus ma potrebbe rappresentare una delle risorse strategiche per uscire dalla crisi e rilanciare la nostra economia. Una simile opzione strategica metterebbe d’accordo anche i due orientamenti di pensiero che si fronteggiano da anni sul tema della vendita dei beni confiscati, polarizzandosi tra chi preferisce monetizzare il valore dei beni sequestrati e confiscati con finalità meramente contabili e chi, invece, destina a fini sociali i beni sequestrati e confiscati anche allo scopo di fornire alla collettività un segnale di virtù civica”. “Destinare il patrimonio confiscato a finalità sociali – conclude il documento – attraverso un’opzione metodologica più moderna e rispondente alle esigenze economiche del Paese, senza snaturare la finalità sottesa alla destinazione del bene alla società, rifletterebbe l’impostazione che intende valorizzare le potenzialità dell’istituto dell’asset recovery quale strumento di riscatto morale da una parte e l’avvertita necessità di un concreto sviluppo economico legato al riutilizzo dei beni confiscati. Infine, le risorse generate da questa gestione imprenditoriale e manageriale dell’enorme capitale disponibile potrebbero essere utilizzate, nelle diverse forme possibili, nella lotta alle mafie stesse”.
“La proposta del presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, coglie nel segno di una chiara inefficienza o quantomeno di una mancata opportunita’ da parte del nostro Stato“. Lo dichiara il Questore della Camera e membro della commissione Giustizia Edmondo CIRIELLI (FdI), che spiega: “L’idea di dar vita ad una holding per mettere a frutto i 32 miliardi sottratti alle mafie, che possa rappresentare una sorta di futura ‘Iri 2’, mi interessa particolarmente essendo da sempre un parlamentare della Destra Sociale. Per questo – annuncia CIRIELLI – su un tema cosi’ importante lancero’ anche un dibattito all’interno di Fratelli d’Italia con l’obiettivo di far elaborare e presentare successivamente in parlamento una proposta concreta dal mio partito di appartenenza che, da sempre, e’ sensibile all’idea del rilancio infrastrutturale dell’Italia. Peraltro – conclude CIRIELLI – questo momento e’ particolarmente indicato per il grave disastro economico provocato da una insipiente gestione dell’epidemia da parte della maggioranza Pd-5 stelle“.