Dal 1833 il Corpo Sanitario dell’Esercito sempre in prima linea per salvare vite umane. Il Corpo Sanitario dell’Esercito che trae le sue radici dal preesistente servizio Sanitario Militare dell’Esercito, compie oggi 187 anni di storia e valore dimostrato sul campo.
Una lunga storia in cui il personale del Corpo si è sempre distinto per abnegazione, spirito di sacrificio e dedizione soccorrendo e curando i combattenti e condividendo con loro la buona e l’avversa sorte.
Un ‘epopea in cui, dalle ambe etiopi alle trincee del Carso, dalle sabbie del deserto africano alle desolate steppe della Russia, il sangue dei suoi uomini si è mischiato con quello di altri valorosi soldati.
Il ruolo strategico svolto con impegno e professionalità dagli uomini e le donne del Corpo Sanitario dell’Esercito, sempre in prima linea nel salvare vite umane e nel limitare al minimo le conseguenze dei traumi e delle ferite nei Paesi in cui operano le Forze Armate Italiane, rappresenta oggi più che mai una risorsa preziosa da schierare a supporto del più ampio contesto del Servizio Sanitario nazionale per qualsiasi emergenza che abbia risvolti sanitari.
Ne è testimonianza l’emergenza appena vissuta tesa a contrastare e contenere la diffusione del Covid-19, in cui il Corpo Sanitario dell’Esercito ha dato ampia dimostrazione di essere sempre pronto e reattivo ad affrontare qualsiasi sfida, con piena efficacia e professionalità.
Infatti, sin dai primi momenti della diffusione del Coronavirus, il personale medico e infermieristico del Corpo Sanitario dell’Esercito è stato mobilitato per supportare il rientro di nostri connazionali dall’estero, per la creazione di circa 3500 posti letto e per essere dispiegato in varie strutture sanitarie del nostro Paese, dove con grande impegno e sacrificio ha alleggerito il carico di lavoro di medici e infermieri delle aree più colpite, soprattutto in Lombardia, nelle province di Lodi, Bergamo e Milano.
Nel pieno dell’emergenza, erano oltre 250 i sanitari con le stellette schierati anche in presidi sanitari remoti come Castelnuovo Bocca d’Adda, Somaglia, Codogno e Casalpusterlengo, località dove a causa del Covid-19 intere aree erano rimaste senza assistenza sanitaria.
Inoltre, il grande supporto fornito dal Corpo Sanitario dell’Esercito all’emergenza, è rappresentato dall’allestimento in tempi record di due Ospedali da Campo rispettivamente a Piacenza e Crema e dal grande lavoro del personale del Centro Ospedaliero Militare di Milano e del Policlinico Militare del Celio, quest’ultimo divenuto Covid-Hospital da 150 posti letto.
Un grandissimo contributo dato al nostro Paese anche con il trasporto multimodale di pazienti affetti da questo terribile virus.
La sanità militare è una risorsa preziosa che continua a garantire la sua assistenza e cura a militari e civili in tutti i teatri di operazione esteri e sul territorio nazionale, una capacità cruciale nelle mani dei comandanti nella conduzione delle operazioni militari, specie in occasione di eventi calamitosi o altre emergenze. Una realtà in grado di rinnovarsi e aggiornarsi grazie anche a importanti collaborazioni istituzionali dell’Esercito con le Università, consentendo di realizzare sinergie stabili con realtà sanitarie e scientifiche, di rilevanza nazionale, per la formazione dei medici e degli infermieri dell’Esercito e la cura dei cittadini.