E’ attesa per domani la decisione della Corte Costituzionale sulla legittimita’ del carcere per i giornalisti, previsto dal Codice penale e dalla legge sulla stampa per chi commette il reato di diffamazione a mezzo stampa. Il Tribunale di Salerno ha accolto, lo scorso anno, l’eccezione di incostituzionalita’ sollevata da Giancarlo Visone, avvocato del Sindacato unitario dei giornalisti Campania, nel processo a carico di P. N., all’epoca dei fatti collaboratore del quotidiano Il Roma, e del suo direttore. Secondo la tesi portata avanti, anche la previsione di una pena detentiva a mezzo stampa e’ incompatibile sia con la Costituzione sia con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Cosi’, domani, si discuteranno le ordinanze emesse dal Tribunale di Salerno e dal tribunale di Bari, sezione di Modugno. “Il processo per diffamazione aggravata, con l’attribuzione di un fatto determinato – ha spiegato l’avvocato Visone, nel corso di una iniziativa a promossa oggi a Napoli dal Sugc – prevede, in caso di condanna, il carcere da 1 a 6 anni e contestualmente anche una sanzione pecuniaria“. Il carcere per i giornalisti e’ previsto nell’articolo 13 della legge sulla stampa e dall’articolo 595 del Codice penale, relativo alla diffamazione a mezzo stampa. L’eccezione di legittimita’ e’ stata sollevata “ritenendo che l’articolo 13 della legge sulla stampa violi la Costituzione e sia in contrasto anche con l’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle liberta’”. “Attendiamo di capire come la Corte costituzionale sciogliera’ questi nodi – ha sottolineato Visone – e se si arriva all’abolizione del carcere per i giornalisti per il reato di diffamazione a mezzo stampa“. fonte ANSA