(di Massimiliano D’Elia) Il documento conclusivo del piano Colao verrà presentato agli Stati Generali lunedì 15. Un piano che ha dato uno scossone alle ambizioni del premier Giuseppe Conte che immaginava di avere in mano la soluzione in grado di calmierare le varie anime della maggioranza. E’ stato invece un piano che, per i contenuti, ha fatto emergere tutti i limiti e le contraddizioni delle forze politiche di governo “costrette” a stare insieme, per le più svariate motivazioni che diventerebbe stucchevole ripetere nuovamente.
Gli Stati Generali sono l’unica novità che il Governo ha pensato di realizzare per traghettare l’esecutivo, per molti già agonizzante.
Ci si confronterà con il maggior numero di attori provenienti da tutti i settori produttivi del Paese, ma anche dalle parti sociali. Obiettivo è quello di fornire un contributo, si spera di sostanza, al Piano di Rilancio Italiano, quel piano da proporre a Bruxelles per poter ambire ai fondi del sontuoso piano di finanziamenti che le istituzioni europee hanno già messo a disposizione, in attesa di conoscere il futuro del Recovery Fund, disponibile, però, nel corso del 2021.
Non mancheranno ospiti di caratura internazionale dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, da Kristalina Georgieva, direttrice del Fmi, al segretario generale dell’Ocse Angel Gurria. Ma saranno presenti anche Renzo Piano e Massimiliano Fuksas, il premio Oscar Giuseppe Tornatore, e numero uno di Eataly Oscar Farinetti. Tanti saranno gli ospiti a sorpresa palesando una formula che sembra più un Festival, una passerella tipo la manifestazione del Leone di Venezia o la notte degli Oscar.
L’intenzione del Governo è quella di promuovere un confronto serrato di dieci giorni che inizierà venerdì prossimo tra forze politiche, associazioni di categoria, sindacati, personalità del mondo economico e culturale. Lo schema previsto è a porte chiuse con un “gran finale”, una conferenza stampa in solitaria di Giuseppe Conte, direttamente dai giardini di Villa Pamphili, luogo scelto per l’evento.
L’invito è stato inoltrato, come da programma, anche alle opposizioni. Silvio Berlusconi ha deciso di non partecipare per motivazioni di sicurezza sanitaria, considerata l’età. Però il numero due di Forza Italia Antonio Tajani al tg2 ha detto: “se andremo, noi porteremo le nostre istanze: riforma fiscale, riforma della sanità, riforma della burocrazia, riforma del codice appalti e riforma della giustizia civile”.
Salvini ancora aspetta l’invito: “Se mi invitano… “. anche se l’invito alle opposizioni è pubblico perché previsto il primo giorno del consesso, venerdì appunto.
I leader del centrodestra temono, anzi ne sono convinti, che gli Stati Generali siano solo un modo per tirare avanti e non affrontare i problemi sul serio: “Fare ammuina, per non decidere”. Le istanze del Paese si discutono in Parlamento, ripetono come un mantra . Ma è d’accordo anche il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci:”È il Parlamento il luogo dove si discutono e approvano le leggi, in una fase così delicata, non Villa Pamphili”.
Tant’è che il leader della Lega ha già organizzato il suo venerdì politico in Sicilia. Tuttavia durante la trasmissione televisiva, “di martedì” ha detto: “da persona educata andrò, per carità, per presentare proposte”.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia è sulla stessa lunghezza d’onda: ”Non mi è arrivato l’invito, non ho capito bene cosa siano. Se devo andare a fare una bella serata, non ci vado da parlamentare. Gli Stati generali a casa mia si fanno in Parlamento, diciamo no alle passerelle”.
Nel frattempo Salvini, Meloni e Tajani si sono incontrati per chiudere la partita delle regionali e sciogliere il nodo Fitto (in Puglia) e Caldoro (in Campania), dopo i veti leghisti sui due. Hanno anche deciso di non partecipare agli Stati Generali perchè sostengono che l’unico posto istituzionale per fare le leggi è il Parlamento.