L’Arabia Saudita prevede il taglio della produzione del petrolio fino al 2018. L’accordo e’ con l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) e alcuni stati non membri. Lo ha detto il ministro dell’Energia Saudita Khalid al Falih oggi a San Pietroburgo. Sempre in MInistro dell’Energia Saudita ha anche detto che successivamente al 2017 si lavorerà su un ritiro graduale per garantire la ripresa della produzione. Secondo il ministro saudita, il secondo trimestre del 2018 dovrebbe essere probabilmente il termine minimo per l’estensione dell’accordo. “Ovviamente, osserveremo l’equilibrio del mercato petrolifero nel quarto trimestre (del 2017), che dipenderà dalla ripresa della produzione petrolifera in Libia e in Nigeria”, ha aggiunto il ministro. La politica petrolifera saudita resta dunque finalizzata a ridurre l’offerta di petrolio di concerto con gli altri paesi produttori. Riad, in quanto paese maggiore produttore al mondo, ha come obiettivo il ritorno dei mercati alla stabilita’ tramite una riduzione delle riserve mondiali. A meta’ luglio l’Arabia Saudita ha annunciato che taglierà di oltre 600 mila barili al giorno le esportazioni petrolifere nel mese di agosto per compensare l’aumento del consumo interno durante l’estate, mantenendo l’impegno di produzione preso con l’Organizzazione dei paesi produttori di petrolio. Al termine della riunione di oggi, i ministri della Commissione incaricata di monitorare l’accordo tra paesi Opec e non-Opec per il taglio della produzione hanno diffuso un comunicato congiunta nel quale sottolineano che la Libia e la Nigeria dovrebbero ulteriormente contribuire alla stabilizzazione del mercato una volta stabiliti i livelli della produzione petrolifera. Dopo avere esaminato le relazioni dei rappresentanti di “Libia e Nigeria sui piani di recupero della produzione, le prospettive e le sfide, riconosciamo i limiti di entrambi i paesi nel superare i loro livelli di produzione attuali”, si legge nella nota della Commissione. “Una volta stabilizzati i livelli di produzione, i paesi produttori partecipanti all’accordo dovrebbero cooperare ulteriormente in modo da contribuire alla stabilizzazione del mercato”, aggiunge il comunicato. Lo scorso 30 novembre 2016 i paesi Opec, con l’esclusione di Nigeria e Libia, hanno concordato di ridurre la produzione di petrolio di 1,2 milioni di barili al giorno, per portare il totale dell’ouput petrolifero del Cartello a 32,5 milioni di barili al giorno nei primi sei mesi del 2017. L’accordo è stato esteso a 12 produttori al di fuori dell’Opec che lo scorso 10 dicembre 2016 hanno accettato di avviare un taglio della produzione complessivo di 558 mila barili al giorno, con una quota della Russia pari a 300 mila barili al giorno. Lo scorso 25 maggio, i paesi sottoscrittori dell’accordo hanno deciso di prolungare il taglio della produzione petrolifera fino al marzo 2018. Di recente, Goldman Sachs ha tagliato le sue previsioni sul prezzo dell’indice Wti, passando da 55 dollari del precedente rapporto a 47 dollari al barile, sottolineando che l’aumento delle produzioni in Nigeria e Libia potrebbe vanificare il calo delle riserve globali nel terzo trimestre del 2017. In Libia la produzione
petrolifera ha raggiunto i 900 mila barili al giorno. Di recente il presidente della National Oil Corporation (Noc, la compagnia petrolifera libera) Mustafa Sanallah ha dichiarato che la produzione di petrolio in Libia raggiungerà un milione di barili al giorno entro la fine di luglio. La Libia non produce un milione di barili di petrolio al giorno dal 2013. Lo scorso maggio la produzione di petrolio in Libia ha superato gli 800 mila barili al giorno per la prima volta dal 2014. Per via dell’instabilità politica, sociale ed economica, la produzione di petrolio libica è notevolmente al di sotto di quella dell’era di Muhammar Gheddafi. Nel 2011 la Libia produceva 1,6 milioni di barili al giorno, ed è calata fino a 200 mila barili al giorno, ma con la riapertura dei terminal
principali lo scorso anno e’ risalita. Da pare sua la Nigeria ha ripreso di recente le esportazioni dal terminal di Forcados dopo l’interruzione durata 15 mesi a causa degli assalti da parte di gruppi ribelli. Proprio a causa della ripresa delle produzioni in Libia e Nigeria, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) ha annunciato che la produzione di maggio è cresciuta di 336 mila barili al giorno attestandosi intorno ai 32,14 milioni di barili, a causa di un rialzo dell’output di Nigeria e Libia, paesi esentati dai tagli alla produzione.
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