L’Egitto ribadisce che ogni passo avanti nella crisi con il Qatar dipenderà dalla volontà di Doha di attenersi alle 13 richieste inoltrate dai quattro paesi arabi – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto – che lo scorso 5 giugno hanno tagliato i rapporti diplomatici accusando l’emirato di legami con il terrorismo. E’ quanto emerge dall’incontro avvenuto ieri sera al Cairo tra il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e gli inviati statunitensi per la crisi del Qatar, il generale in pensione Anthony Zinni e il vicesegretario di Stato per gli Affari del Golfo Timothy Lenderking. Il ministero degli Esteri del Cairo fa sapere che Shoukry ha ribadito che qualsiasi intesa con il Qatar per risolvere la crisi dipende dalla volontà di Doha di rispettare le richieste del “Quartetto” arabo, informando la delegazione statunitense in merito alle preoccupazioni dell’Egitto sul continuo sostegno dell’emirato del Golfo al terrorismo e all’estremismo. Per il responsabile della diplomazia egiziana il Qatar continua ad essere un rifugio sicuro per i terroristi. Il ministro degli Esteri ha sottolineato la solidarietà e lo stretto coordinamento tra i quattro paesi arabi, ribadendo che la loro risolutezza a pretendere l’adempimento da parte di Doha delle richieste per poter risolvere la crisi in linea con il diritto internazionale. Secondo Shoukry, i quattro paesi hanno affrontato seriamente la crisi dato che hanno espresso più volte la volontà di avviare un dialogo con il Qatar. Da parte sua Zinni che insieme a Lenderking ha visitato i paesi del Golfo tra cui Kuwait e Qatar, ha esposto a Shoukry i risultati dei colloqui di questi giorni con l’emiro kuwaitiano Sheikh Sabah al Ahmad al Jaber al Sabah, che sta guidando la mediazione tra gli attori della crisi, e con le autorità di Doha. Lo scorso 5 giugno i quattro paesi arabi e del Golfo hanno annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Doha, ritirando i propri ambasciatori. La mossa ha visto anche la chiusura dello spazio aereo, che per i paesi del Golfo ha implicato l’interdizione delle acque territoriali. Riad ha inoltre chiuso il proprio confine terrestre con il Qatar impedendo di fatto qualsiasi transito di merci. Alle misure hanno aderito finora tra gli altri anche Eritrea, Mauritania, Maldive, Senegal, il governo yemenita del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e l’esecutivo libico non riconosciuto di Al Baida. Giordania, Gibuti, Ciad, Niger hanno declassato invece le proprie rappresentanze diplomatiche. Paesi come Iran e Turchia si sono schierati con il Qatar promettendo anche l’invio di derrate alimentari. Lo scorso 23 giugno le autorità del Kuwait, che svolgono un ruolo di mediazione, hanno consegnato al Qatar una lista di 13 richieste presentate dai paesi del Golfo per porre fine alla crisi. Tra le richieste
avanzate dai paesi per la ripresa delle relazioni diplomatiche col Qatar, che dovevano essere soddisfatte da Doha entro 10 giorni (con scadenza il 3 luglio), vi erano la chiusura dell’emittente televisiva “al Jazeera” e la fine dei rapporti con l’Iran. Una terza richiesta riguardava la chiusura della base militare turca in Qatar e la fine della cooperazione tra Ankara e Doha. Le autorità del Qatar hanno annunciato che considerano “irragionevoli” e “ostili” alla sovranità nazionale le 13 richieste. La crisi che sta coinvolgendo il Qatar e gli altri paesi della regione
potrebbe durare a lungo con gravi rischi, non solo sul piano diplomatico ed economico. Lo scorso 30 luglio in una riunione organizzata a Manama, in Bahrein, i quattro paesi boicottatori hanno sottolineato che al momento non vi sono ragioni per essere “ottimisti” su una risoluzione in tempi brevi della crisi con Doha a causa del comportamento della controparte. “I quattro paesi confermano che tutte le misure adottate fanno parte del dovere di sovranità e sono in linea con il diritto internazionale”, ha dichiarato il ministro degli esteri del Bahrein Sheikh Khalid Bin Ahmad al Khalifa. Nella conferenza stampa congiunta, i ministri dei quattro paesi hanno confermato la loro risolutezza a pretendere il rispetto da parte del Qatar delle richieste inviate nelle scorse settimane che includono la chiusura dei rapporti con l’Iran e la chiusura dell’emittente televisiva
pan-araba “al Jazeera”.