Non si placano gli animi attorno alla vicenda del presidente INPS che grazie ad un decreto interministeriale che stabilisce i compensi del Cda di Inps (e Inail), al sottoscritto ha visto raddoppiato il suo stipendio con decorrenza 15 aprile 2020, da quando si è insediato il Cda e ne ho assunto la carica di presidente”.
La notizia ha scatenato una bufera politica, con Luigi Di Maio che ufficialmente chiede trasparenza e prende le distanze, dimenticando però di aver avallato la decisione dell’aumento, quando era vicepremier e ministro del Lavoro e il e Giuseppe Conte che dice di non saperne nulla.
Dure le parole pronunciate da Matteo Salvini, leader della Lega, che in diretta Facebook ha detto: “Incredibile, il presidente dell’Inps, il presidente che da mesi non paga la cassa integrazione a milioni di lavoratrici e lavoratori che cosa fa? … si raddoppia lo stipendio! Una presa in giro per tutti gli imprenditori che hanno anticipato di tasca loro la cassa integrazione ai dipendenti, una presa in giro a milioni di famiglie che faticano a tirare avanti per colpa dell’incapacità di qualcuno. La sua risposta … raddoppiarsi lo stipendio. Roba da matti, in qualunque paese al mondo la soluzione sarebbe solo una dimissioni, dimissioni, dimissioni”.
Dello stesso tono la richiesta avanzata dal presidente di Forza Italia, Anna Maria Bernini, “Mezzo milione di italiani aspetta ancora la cassa integrazione e il presidente dell’Inps, con l’avallo del governo, si triplica lo stipendio con effetto retroattivo. Questa è la morale dei predicatori anticasta, che premiano così una gestione fallimentare. È la nuova frontiera del grillismo al potere: il reddito di arroganza”.
Il senatore azzurro Maurizio Gasparri ha annunciato di aver chiesto, con un’interrogazione al premier Conte alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, “l’annullamento della delibera sulla aumento della retribuzione di Tridico”.
“Adesso basta, la misura è davvero colma”, sostiene Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Chiediamo – prosegue – le dimissioni di Tridico, amico dei grillini, e le scuse immediate di tutto l’esecutivo per questa ennesima vergogna firmata Movimento 5 stelle”.
A ravvivare le polemiche le parole di Nicola Porro, che a giugno scorso intervenendo alla trasmissione “Fuori da Coro” condotta da Mario Giordano dice che “noi siamo schiavi dell’Inps”.
“Oggi scopriamo che noi restiamo schiavi mentre Pasquale Tridico si alza lo stipendio” commenta Nicola Porro riferendosi proprio a Tridico, il cui stipendio è aumento da 62mila a 150mila euro previsto da un decreto firmato in agosto dai ministri Gualtieri e Catalfo.
“Mentre Tridico rimpingua le sue tasche – ha attaccato Porro – volete sapere come tratta noi e l’Inps? Ogni mille euro dei nostri stipendi, 333 finiscono all’Inter diretto dal manager pupillo dei grillini. Ne parlavo qualche mese fa, a Fuori dal Coro. Trecentotrentatré euro? Ma neanche un condominio gli si affiderebbe, a uno come Tridico. E pensare che non possiamo nemmeno rifiutarci di versargli il tributo: saremmo evasori fiscali. In pratica – ha concluso Porro – strapaghiamo un dirigente pubblico affinché l’ente di cui è al vertice, pian piano, ci spenni…”.