L’incontro di Roma rappresenta un momento cruciale nelle negoziazioni tra Hamas e Israele, ma le prospettive di successo rimangono incerte. Le dinamiche interne israeliane, le pressioni internazionali e le complessità delle trattative renderanno questo vertice un evento decisivo nella ricerca di una soluzione al conflitto in corso
di Emanuela Ricci
A Roma un incontro considerato cruciale per il futuro dei colloqui di pace tra Israele e Hamas. Venerdì l’annuncio sui media americani e israeliani. Il capo del Mossad David Barnea, il direttore della CIA William Burns, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel si incontreranno nella capitale italiana domani per arrivare a un cessate il fuoco e alla liberazione dei 115 ostaggi israeliani ancora prigionieri nella Striscia di Gaza.
Come riportato dal giornale americano Axios, l’incontro non si concentrerà sui dettagli dei negoziati ma sulla strategia da seguire, anche se un funzionario israeliano ha sottolineato che Netanyahu spingerebbe per un accordo che, di fatto, non può essere raggiunto. Circostanza che potrebbe portare a una crisi nelle trattative piuttosto che a un accordo vero e proprio.
Funzionari statunitensi riferiscono che Israele e Hamas sarebbero d’accordo sulla cornice generale dell’accordo di tregua pensato dal presidente Usa Joe Biden. Tuttavia la testata israeliana Haaretz riporta alcune divergenze tra le parti su alcune modifiche proposte all’ultimo momento da Tel Aviv. Quella considerata inaccettabile è l’obbligo di controllo serrato per i palestinesi in rientro nel nord di Gaza. Altra criticità è la richiesta di Israele di mantenere il suo controllo sul confine fra Gaza ed Egitto.
Per Netanyahu la questione è poi tutta di politica interna: accettare un accordo potrebbe spingere i suoi alleati di estrema destra, come i ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, ad abbandonare il governo, rischiando di porre fine alla guerra su Gaza e portare il paese a nuove elezioni, dove non è scontata la rielezione di Netanyahu.
Poi l’incontro di Bibi con la vicepresidente Kamala Harris ha complicato le cose perchè la probabile candidata dei democratici alle prossime elezioni presidenziali ha sollevato critiche su come Israele svolga la sua campagna militare a Gaza, sostenendo la tesi dei due Stati. Le sue parole e quelle di altri leader democratici, come Nancy Pelosi, indicano, quindi, un possibile cambio di passo sull’endorsement americano alle politiche di Netanyahu.
Netanyahu ha poi incontrato anche Donald Trump che gli ha suggerito la necessità di concludere subito la guerra a Gaza.
Non sappiamo se all’incontro di Roma parteciperanno membri dei servizi segreti o del governo italiano. Di rilievo è comunque il fatto che l’incontro si svolga in Italia evidenziando come il nostro Paese sia il primo stato europeo a ospitare l’inizio di probabili negoziati di pace. La notizia è arrivata il giorno dopo la visita di stato del presidente israeliano Isaac Herzog a Roma, dove ha incontrato sia la premier Meloni che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Durante l’incontro, Meloni ha condannato Hamas e ribadito l’impegno italiano per una de-escalation nella regione, in linea con il piano di pace proposto da Joe Biden.
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