Secondo quanto riportato dall’agenzia Nova, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi si recherà mercoledì prossimo, 31 gennaio, in visita presso il giacimento di gas supergigante di Zohr, scoperto da Eni nelle acque del Mediterraneo Orientale nel 2015. Per il capo dello Stato si tratterà di un’inaugurazione simbolica del giacimento avviato da Eni alla fine del 2017.
La compagnia italiana, infatti, aveva comunicato lo scorso 20 dicembre di aver iniziato la produzione in meno di 2 anni e mezzo, un tempo record per questa tipologia di giacimento. “L’avvio di Zohr è frutto delle nostre competenze, della nostra capacità di innovazione tecnologica e della nostra tenacia nel perseguire gli obiettivi, anche quelli più complessi, e di questo dobbiamo essere molto orgogliosi”, aveva detto allora l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. La scoperta, che si trova nel blocco di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto a circa 190 chilometri a nord di Port Said, ha un potenziale di oltre 850 miliardi di metri cubi di gas in posto (circa 5,5 miliardi di barili di olio equivalente).
Zohr rappresenta la più grande scoperta di gas mai effettuata in Egitto e nel Mar Mediterraneo e sarà in grado di soddisfare parte della domanda egiziana di gas naturale per i prossimi decenni. Eni possiede una quota di partecipazione del 60 per cento nella concessione Shorouk, Rosneft il 30 per cento e Bp il 10 per cento.
La società è co-operatore del progetto attraverso Petrobel, detenuta pariteticamente da Eni e dalla società di stato Egyptian General Petroleum Corporation (Egpc), per conto di Petroshorouk, una società detenuta pariteticamente da Eni e dalla società di stato Egyptian Natural Gas holding Company (Egas).
Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata Ieoc Production BV. La società è il principale produttore del paese con una produzione pari a circa 230 mila barili di olio equivalente al giorno.