Abi e le Organizzazioni sindacali Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin si sono incontrati oggi affrontando anche il tema della gravosa situazione che si verifica in capo alle lavoratrici/lavoratori per i peculiari effetti determinati dal meccanismo di tassazione dei prestiti erogati ai dipendenti nell’ambito dei c.d. fringe benefit.
L’attuale formulazione della norma fiscale e l’andamento del tasso ufficiale di riferimento (TUR) – soggetto alle variazioni decise dalla Bce – sta producendo, soprattutto sui mutui a tasso fisso, effetti del tutto impropri e distorsivi, determinando una tassazione di valori calcolati sulla base di fattori totalmente esogeni rispetto alla valorizzazione dell’effettivo vantaggio per il dipendente sottostante alla stipula del contratto di mutuo e, quindi, del tutto estranei alla sua capacità contributiva! con la conseguenza che le lavoratrici e i lavoratori interessati possono vedere le loro remunerazioni nette significativamente ridotte dall’ingiusto prelievo.
Abi e Osl hanno inviato congiuntamente una lettera alla Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero del Lavoro, che fa seguito a quella inviata il 27 aprile scorso, in cui – nell’esprimere apprezzamento e ringraziamento per la sensibilità espressa dal Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze a nome del Governo nella recente risposta ad una interpellanza parlamentare – sottolineano la necessità che l’impegno ad intervenire per risolvere la descritta situazione trovi attuazione già a valere sul 2023 per evitare che si determini un ingiustificato e gravoso incremento della tassazione, che avverrebbe in assenza di un corrispondente incremento della capacità contributiva, come evidenziato in occasione della ricordata risposta all’interpellanza parlamentare.
Abi e Organizzazioni sindacali hanno condiviso di richiedere inoltre un incontro sul tema con i Ministeri competenti.