di Emanuela Ricci
Dopo oltre 14 mesi di conflitto, la fine delle ostilità tra Israele e Hezbollah sembra essere ormai questione di ore. Media arabi vicini ai negoziati hanno anticipato che l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare questa mattina mattina dai presidenti Joe Biden ed Emmanuel Macron, ma le tensioni diplomatiche e politiche potrebbero ritardare la proclamazione.
La riunione del gabinetto di sicurezza israeliano, convocata per discutere e approvare i termini dell’accordo, è prevista per oggi e potrebbe protrarsi fino a tarda sera, dato il delicato equilibrio politico richiesto. Israele, guidato dal premier Benyamin Netanyahu, ha espresso irritazione verso le anticipazioni pubblicate da al Sharq al Awsat, secondo cui gli Stati Uniti e la Francia si attribuirebbero il merito del successo diplomatico.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha cercato di smorzare le polemiche, sottolineando che l’accordo non sarà concluso fino a quando tutti i dettagli non saranno definiti: “Le discussioni continuano. Il presidente Biden sta seguendo la situazione da vicino”
Nel frattempo, in Libano, la popolazione ha già iniziato a festeggiare in anticipo, diffondendo video di celebrazioni in strada, alimentate dalle notizie di un cessate il fuoco imminente.
Le trattative hanno subito un brusco arresto giovedì scorso, quando la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra. La notizia ha scatenato una reazione emotiva del premier israeliano, che ha interrotto bruscamente un incontro con l’inviato della Casa Bianca, Amos Hochstein, mettendo a rischio l’intero processo negoziale. La situazione si è ulteriormente complicata con l’annuncio del ministero degli Esteri francese, pronto a sostenere l’implementazione della sentenza della CPI. La Francia è stata successivamente costretta a rivedere la sua posizione, con Macron che ha cercato di ricucire i rapporti con Israele dopo un confronto diretto con Biden.
I dettagli dell’accordo
Se approvato, il cessate il fuoco prevedrà: Il ritiro di Israele dal Libano meridionale entro 60 giorni, con l’ingresso dell’esercito libanese e delle forze UNIFIL per bonificare l’area dai siti di Hezbollah; Un comitato internazionale guidato dagli USA, con la partecipazione di Francia e Regno Unito, incaricato di monitorare il rispetto dell’accordo; Libertà di azione per Israele, garantita da un documento firmato dagli Stati Uniti, per rispondere immediatamente a eventuali attacchi missilistici; Un possibile rafforzamento del mandato dell’UNIFIL, con l’Italia pronta a svolgere un ruolo di primo piano. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al riguardo, ha dichiarato: “Ho dato piena disponibilità dell’Italia a essere protagonista nella sorveglianza dell’accordo.”
Le reazioni internazionali
Nonostante i progressi, il mandato della CPI continua a pesare sull’intera vicenda. Da una parte, in Israele, anche gli oppositori di Netanyahu percepiscono la decisione come un’ingiusta condanna per il Paese. Dall’altra, la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha commentato con durezza: “Netanyahu e Gallant non meritano solo l’arresto, ma la giustizia per crimini di guerra”.
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