(di Ammiraglio Giuseppe De Giorgi) Potremmo presto dire addio a bicchieri e posate di plastica. La Commissione Europea sembra voler dare una sterzata alla produzione di rifiuti ed alla raccolta differenziata inserendo questa ed altre misure nella direttiva sulla riduzione dell’inquinamento da plastica. Non si tratta dell’unica novità radicale che potrebbe ben presto arrivare nel settore. Si mira anche a ridurre i recipienti usa e getta per alimenti, i produttori di imballaggi potrebbero essere ben presto costretti a pagare direttamente il costo dello smaltimento, negli imballaggi compariranno annunci sulla pericolosità dell’inquinamento da plastiche, i tappi dei contenitori di bevande rimarranno attaccati alla confezione per evitare vengano dispersi. Diventeranno sostanzialmente “illegali” tutta una serie di posate e piatti usa e getta in plastica, cotton fioc, cannucce, bastoncini dei palloncini gonfiabili, bastoncini per mescolare le bevande. Se le aziende che li producono vorranno continuare a realizzarli dovranno essere trovati materiali alternativi alla plastica.
Credo che la plastica debba essere considerato un bene primario, la vera sfida dovrebbe essere quella di recuperarla il più possibile per rientrare dei suoi ingenti costi, dal momento che è davvero costosa, ha un prezzo d’acquisto paragonabile a quello dell’oro. Quindi bisognerebbe intanto riciclare di più e meglio quella esistente. Inoltre credo sia un errore considerare allo stesso modo tutti i tipi di plastica, un conto sono dei bicchieri di carta ed un altro conto i cruscotti di un’auto. Più che l’eliminazione della plastica bisognerebbe quindi pensare soprattutto ad un suo miglior riciclo. Il rifiuto è in generale un prodotto povero, più lo si tratta e più diventa costoso ed antieconomico.
La Commissione Europea sembra inoltre concentrata sulla riduzione entro sei anni dell’uso di recipienti rigidi per alimenti pronti al consumo e dei bicchieri monouso. I singoli stati membri potranno adempiere alla nuova normativa in vista fissando obiettivi di riduzione od imponendo che questi materiali non vengano offerti gratis, come già accaduto per i sacchetti di frutta e verdura dei supermercati. La bozza della direttiva prevede anche un’altra novità. La responsabilità di un corretto smaltimento viene estesa al produttore per tutta una serie di oggetti: sacchetti di plastica, contenitori per cibo sia flessibili che rigidi, sigarette con filtro, palloncini, bicchieri, salviette umidificate, reti da pesca. Sarà quindi il produttore a dover coprire il costo di raccolta, trasporto e trattamento di questi rifiuti. Non solo. Potrebbe essere anche obbligato a ripulire le coste ed i mari. Alcune delle confezioni di questi oggetti dovranno riportare negli imballaggi le informazioni sugli effetti negativi dei rifiuti in plastica, sulla falsa riga dei messaggi allarmistici che compaiono sui pacchetti di sigarette. Quando acquisteremo quindi palloncini, salviette od assorbenti leggeremo nella confezione i danni ambientali causati dall’utilizzo smodato di questo genere di prodotti. Questa direttiva rischia di portare dunque una serie di rivoluzioni in vari settori della filiera della produzione e del consumo di oggetti in plastica. Tra gli obiettivi quello di abbattere l’inquinamento da plastica, soprattutto in mare.