In Afghanistan è in atto una nuova guerra, quella biometrica. Nel loro rocambolesco dispiegamento gli americani, molto probabilmente, hanno lasciato nelle mani dei talebani milioni di dati e informazioni su almeno 30 milioni di afghani. In 20 anni di impiego le truppe occidentali hanno effettuato il più grande e moderno censimento della storia in Afghanistan, rilevando i dati biometrici della popolazione di oltre l’80 per cento dei residenti (32 milioni di persone), anche nelle tribù più lontane, disperse sul vasto territorio montuoso.
L’esercito americano ha iniziato a raccogliere i dati biometrici della popolazione a partire dal 2001 utilizzando laptop e altri dispositivi elettronici portatili dotati di sensori per la raccolta di dati biometrici.
Gli esperti americani hanno espresso, in questi giorni, forti preoccupazioni sul fatto che i talebani possano avere accesso ai dati biometrici di milioni di afgani. Nel dubbio e per evitare recriminazioni da parte dei talebani, gli afghani hanno comunque distrutto le prove della loro trascorso con le potenze occidentali, tipo documenti di identità e ricevute di vario genere.
In un recente articolo la professoressa Margaret Hu della Pennsylvania State University sostiene, dopo aver acquisito informazioni certe, che i dati biometrici archiviati sui server del governo afghano se non sono stati sapientemente distrutti dalle forze Usa, sono in grado di fornire ai talebani tutte le prove di cui hanno bisogno per identificare gli ex dipendenti statali, compresi quelli che hanno lavorato per gli Stati Uniti e gli alleati. Tali dati, afferma Hu, “potrebbero trasformarsi in condanne a morte nelle mani dei talebani”.
E’ noto che negli ultimi anni, il sistema di raccolta biometrica delle forze armate statunitensi è stato utilizzato anche dal governo afghano, che lo utilizzava per prevenire frodi elettorali e per controllare i dipendenti del governo. Ora il governo afghano non c’è più e i talebani hanno il controllo di ogni dipartimento del governo, compresi i dipartimenti della difesa, del lavoro e degli interni. Non vi è certezza però sul fatto che i talebani abbiano accesso ai database biometrici degli ex dipendenti del governo. Anche se la cronaca racconta di perquisizioni a tappeto e mirate presso le abitazioni di ex dipendenti governativi o di chi ha collaborato con le forze della coalizione.
Hu sostiene che è troppo presto per dirlo con certezza. Alcuni rapporti indicano che i talebani, la maggior parte dei quali sono contadini rurali, non dispongono del necessario know-how tecnologico per riuscire a utilizzare questi database. Ma altri rapporti rivelano che unità di combattenti talebani hanno già iniziato a impiegare “macchine biometriche” per localizzare le case dei dipendenti del governo e ispezionarle nelle incursioni mattutine e notturne.