Secondo un rapporto, reso noto domenica scorsa dal Wall Street Journal, i talebani l’estate scorsa sono riusciti a prendere il potere in pochissimo tempo, secondo un piano ben studiato che prevedeva l’impiego di una vasta rete di agenti dell’intelligence e agenti dormienti dislocati nelle principali città afghane. Tale personale, fedele ai talebani, era sapientemente infiltrato da molti anni nelle istituzioni (ministeri, organismi militari e di sicurezza) e nelle organizzazioni della società civile in tutto l’Afghanistan.
Su ordine dei talebani sono riusciti a neutralizzare velocemente, dall’interno dell’apparato statale, tutti gli oppositori del costituendo regime. Secondo il Wall Street Journal molti agenti talebani erano presenti anche all’interno delle università e persino all’interno di organizzazioni umanitarie finanziate dall’Occidente, in particolare quelle con sede nella capitale afghana Kabul.
I due autori del rapporto, Yaroslav Trofimov e Margherita Stancati, hanno parlato di questa rete di spionaggio direttamente con Mawlawi Mohammad Salim Saad, uno dei più influenti comandanti della famigerata rete Haqqani. La rete Haqqani è un gruppo paramilitare sunnita che opera al fianco dei talebani nel settore della sicurezza. Saad ha raccontato al Wall Street Journal che le spie talebane avevano assunto le identità di normali cittadini afgani. La maggior parte di loro era stata istruita dai talebani ad adottare usanze tipiche occidentali, come indossare jeans e radersi la barba.
Il 15 agosto scorso questi agenti dormienti hanno ricevuto l’ordine di raggiungere i depositi di armi sparsi in tutto il paese e di neutralizzare il personale governativo ivi presente. Tra gli ordini operativi ricevuti vi era anche quello di impedire al personale governativo di distruggere documenti riservati, specialmente quelli contenenti le informazioni dei fiancheggiatori dei paesi occidentali presenti sul territorio.
Certo è che la rapida presa del Paese da parte dei talebani ha spiazzato tutti i moderni servizi di intelligence della coalizione internazionale perchè non hanno saputo leggere la reale situazione del contesto operativo. Un “fallimento dell’intelligence” comprovato dalla deflagrante rivelazione del rapporto pubblicato dal Wall Street Journal.