Il governo dell’Afghanistan sta affrontando una delle sue più gravi crisi dalla fine del regno dei talebani avvenuto nel 2001.
Dopo la drammatica escalation di attacchi contro le installazioni governative afgane da parte delle forze talebane e delle forze dello stato islamico, che hanno provocato dozzine di vittime in tutto il paese dell’Asia centrale, questa settimana, i più alti funzionari di sicurezza e intelligence del paese hanno presentato le loro dimissioni.
Dimissionario anche Mohammad Haneef Atmar, da lungo tempo consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Ashraf Ghani considerata una delle figure politiche più riconoscibili e potenti dell’Afghanistan.
Molti osservatori esperti sono rimasti sorpresi quando il presidente Ghani, che è un alleato politico stretto di Atmar, ha accettato le sue dimissioni e lo ha sostituito con Hamdullah Mohib, che fino a poco tempo fa era l’ambasciatore dell’Afghanistan negli Stati Uniti.
Ma la crisi politica si è acutizzata domenica, quando anche Tariq Shah Bahrami, ministro della Difesa, Wais Ahmad Barmak, ministro degli Interni, e Masoom Stanekzai, capo della direzione della sicurezza nazionale dell’Afghanistan, hanno rassegnato le dimissioni.
Tutti e tre sono stati oggetto di intense critiche da parte dell’opposizione politica afgana e dei media nazionali, per aver fallito nel fermare l’insorgenza anti-governativa, che si sta intensificando in quasi tutte le province del paese. La critica dei tre uomini è diventata ancora più acuta la scorsa settimana, dopo che i talebani hanno lanciato uno spettacolare attacco missilistico nel palazzo presidenziale nella capitale afgana Kabul.
Domenica scorsa, tuttavia, un portavoce presidenziale ha riferito ai rappresentanti dei media che il presidente Ghani aveva respinto le dimissioni dei tre funzionari e chiesto loro di rimanere in carica raddoppiano gli sforzi per migliorare la sicurezza dell’Afghanistan.
Notizia confermata in serata dal palazzo presidenziale che in una nota rilasciata ai media ha comunicato che il presidente Ghani “non approvava le dimissioni [dei funzionari]”. Invece, “ha dato loro le istruzioni necessarie per migliorare la situazione della sicurezza” nel paese.
Nel frattempo James Mattis, segretario alla difesa Usa, martedì, durante una conferenza stampa che si è tenuta a Washington sull’attuale strategia americana in Afghanistan, ha insistito sul fatto che i talebani sarebbero stati costretti a negoziare, ponendo così fine alla guerra civile in corso nel paese.