Le agenzie di intelligence occidentali hanno sventato un complotto che vedeva il coinvolgimento di due hacker russi che intendevano recarsi presso un laboratorio che indaga sulle armi nucleari e biologiche, per violare i sistemi informatici e rubare informazioni digitali.
Secondo i rapporti del quotidiano olandese NRC Handelsblad e del quotidiano svizzero Tages-Anzeiger, i due uomini sono stati arrestati all’Aia all’inizio del 2018. Secondo quanto riportato nei due rapporti, i due russi sono stati trovati in possesso di apparecchiature e attrezzature utili per compromettere e violare le reti informatiche. Si ritiene che i due russi lavorino per la GRU, la principale agenzia di intelligence militare della Russia.
Il laboratorio, situato nella città della Svizzera occidentale di Spiez, è stato commissionato dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), con sede nei Paesi Bassi, per svolgere indagini sull’avvelenamento dell’agente russo Sergei Skripal e sua figlia Yulia avvenuto lo scorso marzo. Inoltre il laboratorio ha effettuato anche delle indagini sul presunto uso di armi chimiche da parte del governo del presidente Bashar al-Assad appoggiato dalla Russia.
Il servizio segreto di intelligence svizzero (NDB) ha confermato la notizia dell’arresto dei due sospettati e della loro espulsione dal territorio elvetico. L’agenzia svizzera ha dichiarato inoltre che “ha collaborato attivamente con i partner olandesi e britannici” contribuendo a prevenire “azioni illegali contro una delicata infrastruttura svizzera”. L’ufficio del procuratore della capitale svizzera, Berna, ha dichiarato che i due russi sono stati oggetto di un’investigazione criminale iniziata già a marzo 2017 perché sospettati di aver violato la rete informatica dell’ufficio regionale del “World Anti-Doping Agency”.
Lo scorso 14 aprile, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato di aver ottenuto il rapporto “confidenziale” del laboratorio Spiez sul caso Skripal “da una fonte riservata”. Rapporto che ha confermato le scoperte fatte in precedenza da un laboratorio britannico. La notizia ha rafforzato l’ipotesi del coinvolgimento dei due hacker russi, infatti, considerato che l’OPCW, di cui la Russia è membro, afferma che i suoi protocolli non prevedono la diffusione dei rapporti scientifici agli stati membri dell’OPCW, non si comprende come il ministro degli Esteri Lavrov sia entrato in possesso del documento.
Come riportato da intelNews a marzo, all’indomani dell’avvelenamento di Skripals, il governo olandese ha espulso due dipendenti dell’ambasciata russa a L’Aia. In una lettera inviata al parlamento olandese il 26 marzo – il giorno in cui un gran numero di paesi ha annunciato misure punitive contro la Russia – i ministri degli esteri e degli affari interni dell’Olanda hanno dichiarato di aver deciso di espellere i due diplomatici russi “in stretta consultazione con alleati e partner “. Ai due russi fu ordinato di lasciare i Paesi Bassi entro due settimane. Non si sa se i due diplomatici russi espulsi siano gli stessi arrestati dall’AIA, poiché i loro nominativi non sono stati resi pubblici.
Una lettera parlamentare del mese di novembre 2017 del ministro degli affari interni olandese Kajsa Ollongren, afferma che i funzionari dei servizi segreti russi sono “strutturalmente presenti” nei Paesi Bassi in vari settori della società per raccogliere informazioni segreti. La lettera aggiunge che, oltre ai tradizionali agenti segreti (HUMINT), la Russia utilizza mezzi digitali per influenzare i processi decisionali e l’opinione pubblica in Olanda.