In relazione alle recenti notizie apparse sui media riguardo alla mancanza di ossigeno in alcune aree del territorio nazionale e, più in generale, sulle forniture di ossigeno medicinale alle strutture ospedaliere e ai pazienti serviti a domicilio, AIFA, Assogastecnici e Federfarma desiderano condividere alcuni aggiornamenti su tale rilevante questione.
L’ossigeno medicinale, come noto, è un farmaco essenziale nei protocolli di cura per il trattamento sia dei pazienti affetti da SARS-CoV-2, per far fronte alle gravi insufficienze respiratorie causate dal virus, che dei pazienti affetti da altre patologie.
Per quanto attiene alla produzione di ossigeno medicinale in Italia, preme innanzitutto evidenziare come questo sia attualmente prodotto in un numero molto elevato di officine farmaceutiche (sia di produzione primaria, ovvero della materia prima, che secondaria, di bombole e contenitori criogenici / unità base) a livello nazionale, e dunque da una rete produttiva in grado di garantire una rilevante disponibilità di ossigeno, unitamente a una distribuzione costante e capillare.
Allo stato attuale, sebbene l’emergenza legata al virus SARS-CoV-2 abbia determinato una crescita significativa della domanda di ossigeno, non vi è alcun rischio di carenza del farmaco.
Le aziende del settore, grazie ad un enorme impegno del personale e a ragguardevoli investimenti produttivi e distributivi, hanno assicurato costantemente le forniture ossigeno liquido medicinale in serbatoio, nonché in bombole e unità base opportunamente sanificate ad ospedali ed ai pazienti a domicilio.
AIFA, attraverso gli Uffici più direttamente coinvolti nella fase di emergenza, ha per parte sua supportato questo sforzo attuando nel settore alcune deroghe regolatorie che, nel rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza, hanno permesso di garantire la continuità delle attività produttive.
Pertanto, nel confermare l’assenza di problemi legati alla disponibilità di ossigeno medicinale, si segnala tuttavia come, nelle fasi più critiche dell’emergenza, al crescere della domanda di ossigeno si assista in parallelo ad un aumento esponenziale della domanda di dispositivi medici quali bombole e contenitori criogenici, in particolare nelle aree più colpite dalla epidemia, e come la disponibilità di questi dispositivi sia attualmente una potenziale criticità, tenuto conto che non è possibile né prevedibile aumentarne significativamente la disponibilità nei tempi brevi richiesti dalla pandemia.
Le notizie imprecise riportate dai media in termini di “carenza di ossigeno” o “carenza di bombole” contribuiscono negativamente all’attuale situazione, in quanto molti utilizzatori potrebbero non restituire i recipienti di cui sono in possesso per paura di perderne la disponibilità in caso di bisogno.
È pertanto di fondamentale importanza, in questo stato emergenziale, che i recipienti per l’ossigeno vengano restituiti alla farmacia appena svuotati, per rendere le bombole immediatamente disponibili al riempimento e al successivo utilizzo.
Sebbene già nel corso della prima fase dell’emergenza siano state attuate soluzioni in grado di ovviare, almeno in parte, al problema della disponibilità di bombole attraverso l’installazione di covid hospital e ospedali da campo – un esempio significativo è quello dell’ospedale di Cremona che, nell’ospedale da campo, ha garantito l’erogazione della terapia con ossigeno servito grazie ad un serbatoio di ossigeno liquido e all’allestimento da parte dell’azienda fornitrice di un sistema di distribuzione centralizzato – è bene ricordare come in alcune situazioni risulti tuttavia indispensabile la possibilità di disporre di recipienti come le bombole e i contenitori criogenici per garantire le cure.
Federfarma conferma il massimo impegno da parte delle farmacie Italiane per garantire la sanificazione e la pronta disponibilità delle bombole da riconsegnare: per questo, a seguito della riunione, la federazione ha già avviato una campagna di sensibilizzazione attraverso le farmacie, mirata a promuovere la restituzione delle bombole e dei contenitori non utilizzati
La possibilità di scongiurare il verificarsi di situazioni che aggravino il quadro emergenziale attuale è pertanto legata al senso di responsabilità di ciascuno di noi: la consegna presso le farmacie delle bombole non utilizzate, che una volta sanificate potranno essere destinate alla cura di altri pazienti, è un dovere dal quale nessuno in questo momento può esimersi. La collaborazione è oggi più che mai indispensabile.
AIFA, Assogastecnici e Federfarma confermano ancora una volta l’impegno costante, che in questa fase di emergenza verrà rafforzato attraverso riunioni operative regolari, per individuare e supportare ogni soluzione che garantisca a tutti i cittadini l’accesso alle cure necessarie.