Al Qaeda rimette radici in Afghanistan

di Francesco Matera

Nel 2022, l’uccisione del leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, in un attacco con droni statunitensi, è stata salutata dal presidente Joe Biden come un momento di “chiusura definitiva” del gruppo terroristico e vendetta consumata per le famiglie delle vittime dell’11 settembre. Zawahiri, che aveva sostituito Osama bin Laden e aveva avuto un ruolo diretto nell’organizzazione degli attacchi alle Torri Gemelle, era stato rintracciato in una casa a Kabul, quasi un anno dopo che i talebani avevano preso il controllo della capitale afghana. Tuttavia, la sua presenza lì non era una sorpresa per gli 007, e da allora molti altri membri di al-Qaeda hanno seguito l’esempio, trovando in Afghanistan un ambiente favorevole senza interferenze da parte dei talebani.

Al-Qaeda oggi è un’organizzazione ridotta rispetto a quella che orchestrò gli attacchi dell’11 settembre e i recenti rapporti dell’intelligence statunitense indicano che la minaccia della rete terroristica nella regione è inferiore rispetto a quella dell’Isis. Tuttavia, il nuovo leader di al-Qaeda, Saif al-Adel, un esperto di esplosivi, spesso ospitato in Iran, rimane il terrorista più ricercato dall’FBI, con una taglia di 10 milioni di dollari sulla sua testa. Secondo Ahmad Zia Saraj ex capo della Direzione Nazionale della Sicurezza afghana, i talebani hanno assorbito ciò che resta di al-Qaeda, con i leader dei due gruppi che si incontrano regolarmente a Kabul.

Da quando hanno preso il potere, i talebani hanno non solo eroso i diritti delle donne e limitato l’accesso all’istruzione, ma hanno anche ridotto l’offerta di istruzione più in generale. Ciò, ha lasciato migliaia di giovani vulnerabili al reclutamento da parte di gruppi estremisti. Nel frattempo, il paese è pieno di armi, residuo di due decenni di guerra, rendendolo un luogo attraente per i militanti dei vari gruppi terroristici.

Un recente rapporto d’intelligence suggerisce che Abdullah bin Laden, fratello di Osama bin Laden, e alcuni suoi figli siano tornati in Afghanistan. Secondo il rapporto, Fathullah Mansoor, capo dell’autorità dell’aviazione civile talebana, sarebbe il contatto chiave per al-Qaeda all’interno del nuovo regime.

Gli esperti avvertono che l’Occidente ha perso di vista la situazione in Afghanistan, e che il paese sta prendendo una piega molto pericolosa. Sadiq Amini, ex diplomatico presso l’ambasciata USA, ha sottolineato come il leader di al-Qaeda abbia recentemente lanciato un appello per il reclutamento di nuovi combattenti in Afghanistan, un’iniziativa che non sarebbe stata possibile, di fatto, senza l’approvazione del leader supremo talebano Hibatullah Akhundzada.

Nel frattempo, il Fronte di Resistenza Nazionale, che continua a opporsi al regime talebano, avverte che c’è il rischio concreto di un nuovo attacco in stile 11 settembre se i gruppi terroristici continueranno a prosperare nel paese. Anche se è difficile verificare queste affermazioni, il rischio rimane tangibile. Negli Usa ex militari che hanno combattuto in Afghanistam stanno facendo pressione sul governo affinché sospenda gli aiuti a Kabul fino a quando non sarà garantito che non vadano a beneficio dei talebani.

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