(di Andrea Pinto) Il governo giallo-rosso sta germogliano nonostante i pericoli nel lungo percorso che lo vedrà la prossima settimana al cospetto delle due Aule per il sigillo parlamentare con il voto di fiducia. Per quanto riguarda i numeri alla Camera non ci sono grossi problemi: ne occorrono 316 e la coalizione giallo-rossa ne ha 348 a favore. I problemi potrebbero nascere al Senato, dove è richiesta una maggioranza di 161 voti. La compagine di governo può contare, invece, sul sostegno certo di 157 senatori (107 5S e 51 Pd), considerato che il grillino Gianluigi Paragone ha già dichiarato il suo voto contrario.
Mancano dai 5 a 6 voti. Importante sarà il contributo dei gruppi minori. LeU di senatori ne conta 4, il Misto 2 e altri 2 sono i senatori votati all’estero. In totale sarebbero 8 voti in più che hanno già dichiarato di sostenere il voto di fiducia. Poi nel computo potrebbero avere un peso anche i 6 senatori a vita, ridotti del 50% dalla riforma Fraccaro. Si tratta quindi di una maggioranza “ballerina”, bastano un manipolo di “scillipoti” per far saltare le ambizioni del Governo Conte “Due/Bis”.
Non a caso la Lega e Fratelli d’Italia da giorni stanno facendo appello alla “coscienza” dei parlamentari. Non è detto, infatti, che tutti i grillini votino a favore del Governo giallo-rosso, tante le fronde interne che non hanno digerito l’alleanza con il nemico di sempre, il Pd e che potrebbero far deflagrare l’accordo politico che non è stato sottoposto neanche al voto della base tramite la Piattaforma Rousseau.