Al Serraj alla missione Ue: “non venite in Libia, qui è pericoloso”

Al Serraj il giorno prima della visita della delegazione Ue (prevista il 7 gennaio), capeggiata dall’Alto Rappresentante  Borrel ha avvertito: “Non venite in Libia, per motivi di sicurezza, qui è pericoloso“.

Come precisa Semprini su la Stampa, in realtà, Fayez al Sarraj non vuole nessuna interferenza, vuole proseguire con l’accordo siglato con la Turchia di Erdogan. Troppo tardi per gli europei che hanno preferito aspettare la fine delle vacanze natalizie prima di correre in Libia per definire la strada politica. Peccato che nel frattempo Erdogan, forte del sostegno parlamentare del 2 gennaio scorso, sta già inviando le sue truppe a Tripoli per difendere il GNA di Fayez al Serraj.

La missione europea era debole già dall’inizio perchè la Francia, nel corso dei giorni si è defilata perchè, come noto, è sempre stata vicino al signore della Cirenaica, generale Khalifa Haftar. La Stampa riporta anche che  Parigi avrebbe  impedito a Di Maio di divulgare un comunicato congiunto di condanna dell’attacco di sabato all’accademia di Tripoli smontando la già fragile architettura europea messa in piedi a dicembre. Ieri Luigi Di Maio ha tentato di contattare al Serraj, non ricevendo alcuna risposta. I fedelissimi del governo di Tripoli hanno fatto sapere: “L’Italia e l’Europa andassero prima da Haftar convincendolo al ritiro, prima di venire qui“.

La sfortuna per il dossier libico è che la crisi Usa – Iran ha spento i riflettori sul Paese nord africano, lasciando campo libero alla Turchia di poter iniziare ad inviare le sue truppe con il tacito consenso della Russia di Putin.

Haftar ha chiamato il popolo libico alla jihad contro l’invasore turco, mentre ancora in discussione è la vicenda dell’attentato al collegio militare di Hadaba che sabato notte ha provocato la morte di almeno 28 persone ed il ferimento di altri 18. Al Serraj ha incolpato le milizie di Haftar chiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu mentre tra voci discordanti e flebili conferme in molti sostengono che  si sia trattato di un attentato per mano dei terroristi di Isis o di Al Qaeda.

Il portavoce del generale Haftar, Ahmed Al Mismari, ha smentito ha precisato che «l’esplosione ha avuto luogo dall’interno e non dall’esterno» e che tutti gli elementi inducono a pensare a un attentato terroristico contro i cadetti dell’Accademia militare a Tripoli così come era avvenuto per quella a Bengasi.

 

Al Serraj alla missione Ue: “non venite in Libia, qui è pericoloso”