Restano le tensioni interne alla maggioranza, legate all’attribuzione delle deleghe tra i diversi ministeri e alla creazione di due Comitati interministeriali istituiti presso la presidenza del Consiglio. Meloni è decisa a fare il possibile per accentrare su Palazzo Chigi i dossier più delicati, così da poter gestire in prima persona le partite chiave. Una strategia che punterebbe a ridimensionare Matteo Salvini. Non è un caso che ieri si sia registrato un discreto braccio di ferro sull’istituzione dei Comitati che fanno capo a Palazzo Chigi. Quello per il Made in Italy nel mondo è passato con relativa facilità, mentre decisamente più complessa è stata la partita che ha riguardato il Comitato per le politiche del mare e quello per il Sud. Secondo la Lega, due strumenti per dare forza solo a Musumeci, che non avrebbe deleghe chiare. Sul fronte mare – che tecnicamente si legge «porti» e «capitanerie», ma politicamente vuol dire immigrazione – Salvini non vuole arretrare di un passo. Tanto che proprio ieri sera, rivendicava il successo del governo con la stretta sulle navi Ong. È finita con un pareggio. Con il Comitato per il Sud che è saltato in corso d’opera, e il Comitato per il Mare che ha invece avuto il via libera del Consiglio dei ministri.
Nel frattempo il ministro della Difesa Guido Crosetto, ieri è stato a Bari con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la celebrazione del 4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale e giornata delle Forze Armate. Subito l’inciso di Crosetto alla stampa: “E una giornata particolare perché pensavamo di aver allontanato la guerra e l’idea bellica dall’Europa, di essere in un mondo che non tornava indietro, invece siamo al punto di partenza, con il conflitto a pochi chilometri da casa nostra“.
Crosetto, intervistato da La Gazzetta del Mezzogiorno spiega che la situazione delle relazioni globali è senza dubbio più complessa di quella che immaginavano sono 4-5 anni fa.
Sui militari il ministro enfatizza dicendo “i nostri militari hanno svolto un ruolo portante partecipando a rilevanti missioni di peacekeeping, con Nato e Ue, nonché di formazione di forze armate o forze di polizia in mezzo mondo. Le nostre Forze Armate sono interpellate da questo cambiamento: il ruolo che avevamo immaginato è cambiato e cambierà ancora“.
Poi si spiega: “Un conto è organizzare l’attività in funzione di operazioni di pace all’estero, un conto è pensare che la guerra si può avvicinare a casa nostra. Per questo necessario ripensare i modelli previsti finora”.
Il cambiamento richiede investimenti come lo dice anche la Nato: “Pensavamo di poter fare a meno di questi ulteriori stanziamenti, ma gli ultimi avvenimenti danno forza a questa opzione“.
Sull’aumento degli organici, in accordo con il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: “A determinare un incremento sono gli incarichi che svolgiamo e il compito della difesa del Paese: ci vogliono più uomini e di età minore rispetto all’attuale organico della Difesa. Va ripensato il modello e va ricostruita la capacità della Difesa di reagire prontamente in Italia e all’estero. È necessario avere persone che possano farlo, l’età non è irrilevante“.
Sull’Ucraina: “La lunghezza del conflitto, che rischia di protrarsi per altro tempo. L’inverno vedrà un rallentamento delle attività di terra, ma con un quadro peggiorato a causa delle attività espletate attraverso bombardamenti o missili, con obiettivi civili colpiti, infrastrutture civili ed energetiche distrutte. Si mina, in questo modo, la base psicologica dell’opinione pubblica diffusa in Ucraina“. “Con il fermarsi degli scontri, può manifestarsi la condizione per aprire spazi di dialogo, su cui ognuno non deve perdere la speranza”.
Sul Mediterraneo, come ha detto Giorgia Meloni alle Camere, occorrerà rilanciare il ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo: “Dobbiamo assumere una veste differente nel Mediterraneo perché siamo l’unico paese europeo completamente all’interno del Mare nostrum. Qui si giocano i nostri rapporti diplomatici, economici e politici che passano dall’approvvigionamento energetico, dai rapporti commerciali e culturali. In questi mesi abbiamo avuto modo di riscontrare il significato politico delle relazioni internazionali legate alle risorse energetiche“.
“Viviamo ancora i benefici virtuosi ereditati dai rapporti costruiti da Enrico Mattei, mentre resta la negatività degli effetti della guerra in Libia, in un frangente nel quale avremmo avuto bisogno di rifornimenti più consistenti di gas e petrolio da Tripoli. Dobbiamo decidere di avere una maggiore cooperazione con i paesi del Mediterraneo: sono essenziali su sicurezza, energia, economia“.
“Dobbiamo avere una postura più importante nel Mediterraneo, essere leader di una parte del mondo”.
Sul viaggio della Meloni a Bruxelles: “Ho incontrato Giorgia Meloni all’Altare della Patria. Il viaggio europeo ho capito che è andato molto bene. C’è stato un dialogo molto franco e una sintonia umana positiva con tutti gli interlocutori, nessuno escluso. Il premier era contento“.
Sulle critiche delle sinistre: “Sono infondate. Il nostro presidente del Consiglio è stata accolta con rispetto, perché l’Italia e lei meritano rispetto. E la Meloni si è posta negli incontri istituzionali con pari rispetto e disponibilità alla collaborazione“.