Da oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte inizierà il suo tour europeo, in visita a Lisbona e Madrid, in vista del prossimo Consiglio a Bruxelles del 17 luglio. In quella sede Conte dovrà dimostrare che l’Italia fa sul serio, dovrà presentare una prima bozza del piano italiano per il Recovery Fund. Ma per smuovere quello che è già finanziato e ingessato in Italia occorre varare quanto prima il decreto semplificazioni.
(di Massimiliano D’Elia) Obiettivo primario per il Governo è quello di sbloccare la montagna di miliardi di euro (131 miliardi) che ancora staziona nelle anse e nei meandri dei vari ministeri ed enti pubblici. Circa 60 le opere prioritarie da portare avanti che impegneranno 60 miliardi per le strade ferrate, 45 per strade e autostrade e il resto per città metropolitane, porti e aeroporti. Oltre 50 le opere prioritarie, tra le quali il completamento dell’alta velocità fino a Reggio Calabria, la Torino-Lione, le pedemontane veneta e lombarda, l’autostrada cispadana, il completamento della statale Orte-Civitavecchia. Occorre quindi semplificare le procedure e snellire, per quanto possibile, il codice degli appalti, cercando di deresponsabilizzare a livello penale ed erariale sindaci e dirigenti. Al via quindi lo studio e il varo del decreto semplificazioni.
Per il decreto semplificazioni la riunione del Consiglio dei Ministri, fissata inizialmente alle 21.30 è iniziata alle 23.00 fino alle prime ore di questa mattina. L’opera di tessitura delle diverse proposte della maggioranza hanno costretto Conte e i suoi tecnici ad un extra lavoro per mettere nero su bianco i risultati del duro compromesso tra le diverse anime dei partiti di Governo.
Nel confronto spesso acceso si registra, tuttavia, la piena convergenza tra M5S e Iv nel sostenere il cosiddetto “modello Genova”, ovvero con l’utilizzo dei commissari in maniera totale. A favore, invece, del codice degli appalti e contrari all’accentramento dei poteri derogatori a Palazzo Chigi, i Dem e Leu.
Il compromesso raggiunto ha costretto a riscrivere per intero l’articolo 2. Quindi le opere con un valore superiore a 5,2 milioni di euro devono riguardare esclusivamente lavori motivati dall’emergenza coronavirus e che interessino l’edilizia scolastica, universitaria, sanitaria e carceraria nonché i trasporti e le infrastrutture stradali, ferroviarie e idriche, compresi quelli indicati nei contratti di programma dell’Anas (strade e autostrade) e di Rfi (rete ferroviaria), con risorse già state stanziate e progetto esecutivo. Per ogni procedura di appalto, scrive Corsera, sarà nominato un responsabile unico del procedimento.
Per opere infrastrutturali con elevato grado di complessità il presidente del consiglio potrà nominare, entro il 31 dicembre 2020 e poi entro il 30 giugno 2021 uno o più commissari straordinari, su proposta del ministro delle Infrastrutture e previo parere delle commissioni parlamentari.
Lo scontro su quanti commissari nominare, pochi per De Micheli, molti per i 5 Stelle e quindi di fatto rinviato, a successivi Dpcm. Rimane quindi la tendenza a rimandare le decisioni con la dizione molto utilizzata ieri: “salvo intese”.
Oggi è prevista una conferenza stampa del premier Conte sia sul decreto Semplificazioni sia sul decreto del Piano nazionale di riforma, documento che verrà inviato alla commissione Ue con allegato il Piano Italia veloce, piano in cui verranno elencate le opere e i programmi italiani per poter ambire ai quei 172 miliardi di euro previsti dal sontuoso Recovery Fund europeo.