Con un passagio veloce alla Camera e la votazione favorevole si dà il via alla riforma del fisco italiano. Soddisfazione del premier Giorgia Meloni: “Meno tasse su famiglie e imprese, un fisco più giusto e più equo, più soldi in busta paga e tasse più basse per chi assume e investe in Italia, procedimenti più semplici e veloci. Sono alcuni dei principi di un provvedimento storico che rivoluzionerà il rapporto tra fisco, cittadini e imprese e che il Governo lavorerà per attuare concretamente con idecreti attuativi”.
Tra le varie misure, contiene la detassazione di tredicesime e straordinari e premi di produzione, la Flat Tax incrementale per gli autonomi e il superamento graduale dell’Irap. Tra le novità votate c’è anche una norma che allenta la stretta prevista nella prima versione del testo sulla vendita online delle e-cig. Ora il divieto non sarà più relativo a prodotti provenienti da qualsiasi Stato estero, ma solo fuori dall’Europa ma chi li ordina dovrà ritirarli dai tabaccai o nei negozi specializzati.
Nei due anni di tempo previsti per i decreti attuativi si sta pensando all’istituzione di un Comitato tecnico per la formulazione delle proposte per la stesura dei decreti delegati.
L’obiettivo è quello di incardinare la riforma già agli inizi di settembre con la redazione dei Testi unici e dei principi generali della delega.
Al netto delle tempistiche il governo non vuole perdere tempo sulla minimum tax, che dovrà entrare in vigore a partire da gennaio 2024 e sulla riduzione dell’Irpef secondo il seguente schema:
- 23% per i redditi fino a 28 mila euro;
- 35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
- 43% per i redditi oltre 50 mila euro.
Le buone intenzioni dell’esecutivo dovranno però fare i conti con il prossimo Nadef per valutare se ci saranno adeguate coperture finanziarie.
Altra nota dolente per i contribuenti sulla quale il governo vuole porre rimedio è il calendatio fiscale che ad oggi conta ben 1500 adempimenti fiscali. L’idea è quella di convogliare tali adempimenti nell’alveo delle uniche date previste per le dichiarazione dei redditi: settembre e novembre.
Nello schema di lavoro, scrice il Sole24Ore, ci sarebbe l’intenzione di anticipare i termini a maggio e giugno, nell’ottica di concentrare immediatamente a ridosso di questa fase il versamento delle imposte che scaturiscono dalle dichiarazioni dei redditi. In questo modo si eviterebbe la “tradizione” annuale dellla proroga e su cui quest’anno c’è stata un’onda lunga di ulteriore richiesta di estensione al 21 agosto.
L’intenzione finale è però quella di liberare da tutte le scadenze per il mese di agosto che ad oggi ammontano a ben 192.
Critiche le opposizioni che parlano come la Schlein di mirabolanti promesse e privilegi. I 5S, contrari alla riforma, ricevono, invece, l’approvazione dell’ordine del giorno per la piena tassazione in Italia dei ricavi delle multinazionali.
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