di Emanuela Ricci
Le relazioni tra Georgia e Russia si sono nuovamente inasprite negli ultimi giorni, con nuove proteste che si sono estese dalla capitale Tbilisi alla regione separatista dell’Abkhazia. Un’ondata di manifestazioni, in parte violente, ha travolto entrambi i territori, scatenando tensioni politiche e sociali che minacciano la stabilità della regione. Le tensioni in Georgia e Abkhazia sono solo l’ultimo capitolo di un lungo conflitto che ha radici profonde. La situazione resta fluida, con il rischio di un’escalation che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini della regione. Le proteste a Tbilisi e Sukhumi potrebbero segnare un punto di svolta nella politica interna georgiana, ma anche nelle relazioni della Georgia con la Russia e con l’Occidente. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se il governo di Tbilisi riuscirà a mantenere il controllo della situazione e se ci saranno interventi da parte della comunità internazionale per evitare un ulteriore deterioramento delle relazioni regionali.
Assalto al Parlamento dell’Abkhazia. L’Abkhazia, una regione separatista che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Georgia nel 1999 e che è stata riconosciuta dalla Russia come Stato indipendente dopo la guerra del 2008, è stata ieri teatro di violenti scontri tra manifestanti e forze di sicurezza. Nella città di Sukhumi, capitale della regione, centinaia di persone sono scese in piazza per opporsi a una proposta di legge che avrebbe consentito ai cittadini russi di acquistare proprietà nell’area.
L’episodio più critico si è verificato quando un folto gruppo di manifestanti ha assaltato il Parlamento abkhazo. Alcuni di loro, utilizzando un camion, hanno sfondato i cancelli dell’edificio, riuscendo a entrare nei locali governativi. Gli scontri con la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni e cariche, hanno provocato almeno 14 feriti.
Il presidente dell’Abkhazia, Aslan Bzhania, ha tentato di placare le proteste promettendo dimissioni anticipate e nuove elezioni, a patto che i manifestanti lasciassero il Parlamento. Tuttavia, l’offerta è stata respinta dall’opposizione, che ha insistito per un immediato ritiro della proposta di legge e le dimissioni senza condizioni di Bzhania. Di fronte all’inasprimento delle tensioni, la sessione parlamentare è stata sospesa e sia il presidente che il primo ministro sono stati costretti a fuggire per motivi di sicurezza.
L’occupazione russa. L’Abkhazia è un territorio dalla storia complessa e tormentata. Dopo la fine dell’Unione Sovietica, la regione ha dichiarato l’indipendenza dalla Georgia, scatenando un conflitto armato nei primi anni ‘90. La guerra si concluse con la vittoria delle forze separatiste, sostenute dalla Russia. Nel 2008, in seguito al conflitto tra Russia e Georgia, Mosca ha formalmente riconosciuto l’indipendenza dell’Abkhazia, consolidando il suo controllo sulla regione. Tuttavia, la comunità internazionale, con poche eccezioni, continua a considerare l’Abkhazia parte integrante della Georgia.
Proteste a Tbilisi. Parallelamente agli scontri in Abkhazia, anche la capitale georgiana Tbilisi è stata teatro di tensioni politiche. In città, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla sede della Commissione elettorale centrale per protestare contro i risultati delle recenti elezioni parlamentari. Secondo i dati ufficiali, il partito al governo, “Sogno Georgiano”, ha ottenuto il 53,93% dei voti, un risultato che l’opposizione contesta accusando brogli e irregolarità.
Durante le proteste, il presidente della Commissione elettorale, Giorgi Kalandarishvili, è stato aggredito con vernice nera lanciata sul volto, un gesto che ha costretto il funzionario a indossare una benda su un occhio. L’episodio è avvenuto durante una manifestazione guidata da David Kirtadze, esponente del Movimento Nazionale Unito, il principale partito di opposizione in Georgia. La contestazione è stata alimentata dalle richieste dell’opposizione di un’indagine indipendente sul voto, sostenute anche da alcune voci all’interno dell’Unione Europea.
Le reazioni della comunità internazionale. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la crescente instabilità in Georgia. L’Unione Europea ha chiesto una revisione trasparente delle elezioni, invitando tutte le parti a rispettare i principi democratici e a evitare l’escalation della violenza. La crisi in Georgia arriva in un momento delicato per la regione, già segnata dalle tensioni tra Russia e Occidente su vari fronti, tra cui la guerra in Ucraina e il conflitto nel Caucaso meridionale. Il timore è che un nuovo focolaio di instabilità possa aggravare ulteriormente la situazione geopolitica.
Le relazioni pericolose tra Georgia e Russia. La crisi attuale mette in luce le relazioni complicate tra Tbilisi e Mosca, che si sono deteriorate ulteriormente dopo la guerra del 2008. Da allora, la Georgia accusa la Russia di sostenere i movimenti separatisti in Abkhazia e Ossezia del Sud, regioni che restano sotto il controllo de facto di Mosca. La recente legge abkhaza che consentirebbe ai russi di acquistare proprietà è vista da molti in Georgia come un ulteriore tentativo di consolidare l’influenza russa nella regione.
Immagine di fantasia generata con IA
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