Cipro ha ordinato l’arresto per l’equipaggio di una nave turca da perforazione petrolifera ancorata non lontano dalle proprie coste.
La nave turca sarebbe in acque dove solo imbarcazioni cipriote hanno il diritto di esplorare il fondale. Un fondale fiorente di gas naturale e petrolio.
Già lo scorso 10 giugno, rumors su possibili mandati di arresto avevano messo in guardia Ankara.
I due Paesi sono ai ferri corti dal 1974, dopo la divisione dell’isola in due parti, quella greca e quella turca, la scoperta di giacimenti di gas naturale nei fondali marini al largo di Cipro hanno esacerbato ulteriormente i rapporti.
Il ministero degli Esteri turco ha risposto a breve giro di posta, dicendo che se si arrivasse all’esecuzione dei mandati di arresto seguirà una risposta adeguata.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha definito comunque “non valido” qualsiasi accordo che escluda la Turchia, ribadisce inoltre che anche i turchi ciprioti, e di riflesso anche Ankara, hanno diritti sulle risorse dell’area.
La trivella turca, Fatih, è ancorata a ovest di Cipro dal mese scorso, e un’altra, la Yavuz, dovrebbe partire diretta verso le acque che lambiscono le coste orientali dell’isola.