(di Massimiliano D’Elia) L’ambasciatore francese in Italia lascia Roma: “Impossibile sapere quanto tempo rimarrà in Francia“, ha dichiarato una fonte del ministero alla radio francese. Il ministero degli Esteri francese aveva annunciato il rientro dell’ambasciatore, Christian Masset, per delle consultazioni, in seguito ad una serie di “dichiarazioni oltraggiose” e “attacchi senza fondamento né precedenti” da parte del governo di Roma. Il comunicato del Quai d’Orsay si chiudeva invitando l’Italia ad agire per ritrovare un rapporto di amicizia e di rispetto reciproco. Il 21 gennaio scorso il governo francese aveva già convocato l’ambasciatrice italiana in Francia, Teresa Castaido, dopo le frasi di Di Maio sul “franco africano”.
Il richiamo dell’ambasciatore è servito a mettere in chiaro il “malumore” francese, spiega Nathalie Loiseau, ministra francese agli Affari europei. In realtà serve anche per chiedere come contropartita un “gesto” da parte italiana: qualcosa che appaia come una riparazione.
Scambio commerciale tra Italia e Francia
In tutti questi passaggi di fine diplomazia internazionale ci sono in ballo 74 miliardi di euro, questo il valore degli scambi commerciali registrati tra Italia e Francia nel 2017, con un vantaggio per l’export italiano. Le confindustrie dei due Paesi sono convinte, infatti, che gli attriti sono destinati a durare fino alle Europee. Per non parlare degli accordi che starebbero nascendo nella cantieristica Fincantieri-Stx France e tra Air France e Alitalia.
Il ministro Moavero Milanesi infatti subito fa diramare un comunicato: “Francia e Italia sono nazioni alleate e profonda è l’amicizia fra i due popoli. I rispettivi interessi e punti di vista, nonché il dibattito politico per le prossime elezioni per il Parlamento europeo, non possono incidere e non incideranno sulle solide relazioni che ci uniscono da decenni“.
Giuseppe Conte in visita in Libano, subito, stempera i toni dicendo: “non è in discussione l’amicizia” e sull’incontro di Di Maio con i gilet gialli francesi: ” lo ha fatto da capo politico” e non “istituzionale”.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime tutta la propria “preoccupazione per la situazione che si è creata” invitando a ristabilire “immediatamente” un clima di fiducia. Quindi ad attivare subito iniziative e gesti diplomatici distensivi”.
Alessandro Di Battista è però il più agguerrito ed insiste nelle accuse ai “dirigenti francesi nella banche africane”, mentre Luigi Di Maio, confermando la continuazione delle relazioni con i gilet gialli francesi, assume una veste più istituzionale e si accoda alle dichiarazioni semi distensive del Ministro Matteo Salvini che, invece, non vuole inserire nel suo vocabolario il termine “gilet gialli”.
La replica di Matteo Salvini
“Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali. Stop con i respingimenti alle frontiere, risultano essere oltre 60 mila dal 2017 a oggi compresi bambini e donne abbandonate nei boschi. Stop con terroristi italiani, una quindicina, condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia e basta, infine, danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. Noi siamo pronti e disponibili, con spirito costruttivo”, conclude il titolare del Viminale, “a voltare pagina per il bene del nostro popolo“.
La reazione delle opposizioni
Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni : “La Francia ha compromesso il rapporto di amicizia con l’Italia nel 2011, quando ha mosso guerra alla Libia per cancellare gli accordi di approvvigionamento energetico siglati tra Italia e Libia. Dopo 7 anni di ingerenze, acquisizioni predatorie dei nostri asset strategici e atti ostili nei nostri confronti, la Francia si sarebbe dovuta aspettare una perdita di simpatia e di credibilità da parte dei cittadini e delle forze politiche italiane. Si augura che il richiamo dell’ambasciatore francese possa segnare la fine della logica di potenza regionale tenuta da Parigi, strategia indegna del processo di integrazione europea“.
La presidente del gruppo Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini: “Con il richiamo dell’ambasciatore a Roma, da parte della Francia, è ormai chiaro che questo governo sta cancellando settanta anni di politica estera italiana, con danni ingentissimi che saranno prolungati nel tempo. La cifra di questo governo, in particolare nello scenario europeo, è la ricerca di nemici e lo scontro a fini di consenso elettorale. Di Maio e Di Battista con i gilet gialli apparirebbero solo ridicoli se non rappresentassero una indebita ingerenza nella politica interna di un paese che è comunque nostro partner, alleato e cofondatore dell’Europa. Non credo capiscano nemmeno le parole che hanno accompagnato il richiamo dell’ambasciatore e cioè quelle che stigmatizzano così l’operato di questo esecutivo: ‘attacchi senza precedenti da parte dell’Italia‘”.
Paolo Gentiloni (PD) ex presidente del Consiglio: “Oggi daranno la colpa al perfido Macron, domani alle inique procedure d’infrazione”. “Triste vedere un grande paese come l’Italia sempre più fragile e isolato“.
Antonio Tajani (FI) presidente del Parlamento europeo: “È l’ennesima conferma di una folle politica estera di questo governo che dichiara guerra al mondo intero, si schiera dalla parte di Maduro contro la democrazia, con un suo vice primo ministro va a sostenere i violenti che distruggono negozi, auto e tirano bottiglie molotov contro la polizia con i gilet jaunes. Questo significa che l’Italia non sa, con questo governo, che cosa sia una politica estera e come si possa fare contare il nostro paese nel mondo. Non vogliamo ingerenze da parte degli altri, ma se non si vogliono non si può poi andare in Francia a incontrare coloro che distruggono, coloro che attaccano la polizia, coloro che organizzano manifestazioni violente in tutto il paese perché poi serve qualche accordo per fare un gruppo parlamentare al Parlamento europeo, questo non va. E’ veramente grave che l’Italia, paese fondatore dell’Ue, paese che partecipa al G7, abbia una politica estera che ci isola come mai in passato con nessun governo, con nessuna forza politica di destra, di centro, di sinistra“.
In sostanza tra Italia e Francia, nella storia, c’è sempre stata una sana rivalità per via delle indubbie capacità dei due Paesi in diversi settori commerciali. Il fatto che la Francia abbia una maggiore presa in politica estera, soprattutto nei paesi africani è data dal fatto che la sua storia coloniale non può essere cancellata specialmente quando dietro c’è un profitto per la propria nazione. Una politica estera discutibile che, tuttavia, trova la giustificazione nell’interesse nazionale. Interesse nazionale che l’Italia dovrebbe curare maggiormente all’estero e non essere bloccata all’interno dei confini italici da estenuanti e durature campagne elettorali che rischiano di diventare “stucchevoli” e poco attraenti con il risultato di far disaffezionare gli italiani dalla politica e soprattutto dalla partecipazione alle consultazioni elettorali.