Come era prevedibile, l’incidente che ha coinvolto, la settimana scorsa, la petroliera iraniana affondata a largo della costa orientale della Cina si sta trasformando in un gravissimo disastro ambientale.
Il versamento del greggio presente nella petroliera nelle acque del mare ha triplicato, in soli quattro giorni, l’area inquinata delle acque portandola da 101 chilometri quadrati, segnalati mercoledì scorso, ai 332.
Ricordiamo che lo scorso 7 gennaio la petroliera con bandiera panamense “Sanchi”, gestita dalla società iraniana Glory Shipping, che trasportava 136mila tonnellate di petrolio condensato verso la Corea del Sud si era scontrata con una nave cargo a est delle coste della Cina prendendo fuoco prima di colare a picco a circa 300 chilometri ad est di Shanghai.