“E’ stata davvero un’esperienza fantastica, complimenti a New Zealand per il lavoro eccezionale. Complimenti anche a noi: abbiamo dimostrato che possiamo farcela. Siamo stati un po’ sfortunati negli ultimi giorni, ma abbiamo svolto un ottimo lavoro. Questa non e’ una fine, Bertelli e Luna Rossa ci riproveranno. Sono felice per questa esperienza. Grazie Italia per il supporto“. E’ il commento a caldo di Francesco Bruni, ancora a bordo, timoniere di Luna Rossa dopo la sconfitta nell finale della 36sima America’s Cup di vela.
A New Zealand è bastata una sola regata, la decima delle 13 programmate, per battere Luna Rossa e conservare l’America’s Cup di vela, che aveva riportato ad Auckland da Bermuda nel 2017, dopo avere combattuto testa a testa con gli statunitensi di Oracle. I ‘kiwi’ hanno chiuso la serie di finale, infliggendo un 7-3 meno eloquente di quanto sembri a Luna Rossa, che non e’ stata fortunata soprattutto nelle ultimissime sfide. La barca italiana, condotta dalla coppia di timonieri formata da Francesco Bruni e James Spithill, e’ stata all’altezza di un compito assai complicato, contro i maestri del match race trascinati dall’estroso Peter Burling. Il regolamento della Coppa America e’ impietoso e concede a chi detiene il trofeo di stabilire regole, tipo di barche e sede delle sfide. Per questo motivo e’ ancor piu’ difficile strappare la ‘vecchia brocca’ a chi la espone nella propria bacheca. Luna Rossa ce l’ha messa tutta e, a un certo punto, si e’ forse pure illusa di poter ribaltare la situazione, entrando nella storia dello sport mondiale. Il sogno e l’ambizione sono durati sei regate, in altre parole fino al parziale di 3-3: con il passare dei giorni, i neozelandesi hanno acquisito maggiore padronanza della barca, un monoscafo AC75 lungo poco meno di 23 metri, e imposto i propri ritmi, ristabilendo le gerachie. Luna Rossa comunque ha vinto per la prima volta la Prada Cup, ovvero la selezione fra gli sfidanti, strapazzando gli inglesi di Ineos, hanno dato del filo da torcere ai detentori del titolo e hanno regalato all’Italia un momento di gloria indimenticabile dimostrando che la coppa un giorno potrebbe essere nostra.